Altopascio, in Consiglio il ‘caso’ fontanello

La questione del fontanello continua a tenere banco ad Altopascio. Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale infatti i gruppi consiliari di Lega e Insieme per Altopascio hanno chiesto “tutta la verità” sulle inchieste giudiziarie per falso ideologico e abuso edilizio a carico del sindaco Sara D’Ambrosio, del vice sindaco Daniel Toci e dell’assessore al bilancio Alessandro Remaschi.

“Fin dall’inizio, non appena la giunta avanzò l’idea del fontanello nella piazza municipale, avvertimmo che in quel luogo non lo si sarebbe potuto fare e che la sua realizzazione avrebbe integrato abuso – si legge in una nota dell’opposizione -. Ci venne risposto che eravamo ignoranti, nel senso che proprio non sapevamo cosa andavamo affermando. E invece ieri (26 luglio) abbiamo scoperto che il sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio, il vicesindaco Daniel Toci e l’assessore al bilancio Alessandro Remaschi sono indagati, insieme ad alcuni dipendenti comunali, per falso ideologico e abuso edilizio. Finalmente, grazie alla nostra richiesta di riferire in aula, abbiamo saputo la verità sulle inchieste giudiziarie che stanno coinvolgendo l’amministrazione altopascese”.
“Questi signori sono gli stessi che, quando erano all’opposizione, si riempivano la bocca con paroloni come ‘codice etico’ e ‘trasparenza’. Un’amministrazione comunale seria avrebbe dovuto prendere da sola l’iniziativa di presentarsi davanti all’assemblea altopascese e alla cittadinanza. Invece – sottolineano Insieme per Altopascio e Lega – abbiamo dovuto noi avanzare richiesta e insomma: c’è voluto un po’ il cavaturaccioli per ottenere chiarezza. Comunque adesso conosciamo le ipotesi d’accusa, le quali avvalorano quelli che erano stati fin dall’inizio i nostri moniti. Non tanto sugli aspetti funzionali per un fontanello che andava ad essere incastrato in maniera davvero poco fruibile per i cittadini, quanto su quelli giuridici legati ai vincoli urbanistici a quella piazza e il pieno centro cittadino sono soggetti. Sul fatto che quella realizzazione avrebbe integrato quanto meno l’ipotesi di abuso edilizio non avevamo dubbi. Spiace che, dinanzi alle nostre indicazioni, anziché verificare il Pd abbia fatto spallucce e che oggi di conseguenza si indaghi anche per falso ideologico. Per capirsi, si tratta di una ipotesi di reato che si configura quando una documentazione o un atto, pur autentici, asseriscono cosa non vera. Una bugia, che sarà stata forse utile a far procedere la pratica. Con buona pace dei codici etici di cui Pd e sinistra si sono gonfiati le guance a sproposito per anni. Ora auspichiamo che almeno ieri si sia detta tutta la verità”.

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