Fdi Capannori dal prefetto per le convocazioni ‘a rilento’ dei consigli comunali

“Con la mancata convocazione del consiglio comunale durante questa settimana, l’amministrazione di Capannori inizia a venir meno a quanto promesso. Durante l’ultima seduta, infatti, come Fratelli d’Italia, ci siamo dichiarati assolutamente contrari ad una proposta fatta in conferenza dai capigruppo della maggioranza sulla necessità di stabilire una durata massima dei consigli comunali stessi”. Così ha dichiarato il consigliere di minoranza del Comune di Capannori, Matteo Petrini, sostenendo che ad oggi (8 ottobre) non è stato ancora convocato alcun consiglio comunale per poter discutere delle varie “mozioni e interrgazioni che nel frattempo si accumulano”, dice ancora Petrini. 

“A nostro modo di vedere – dice Petrini – questo non consentirebbe di discutere in maniera esaustiva i termini all’ordine del giorno e le molte interrogazioni e mozioni presentate da vari consiglieri di minoranza e maggioranza. Chiedevamo dunque di procedere con i termini all’ordine del giorno ritenuti prioritari, per poi passare successivamente alla discussione di interrogazioni e mozioni, alcune delle quali urgenti. La risposta del presidente del Consiglio, immediata, è stata: ‘è già previsto per la prossima settimana un nuovo Consiglio. Quindi direi di andare avanti’. Peccato che, ad oggi, non abbiamo ancora ricevuto la convocazione del consiglio comunale la quale, da regolamento, deve avvenire entro cinque giorni dal giorno prescelto per l’adunanza”. “Questo significa che, nonostante il presidente del Consiglio Biagini si fosse espressa chiaramente, alle parole non sono seguiti i fatti – prosegue Petrini – Non abbiamo mai criticato nè la scelta nè l’operato del presidente del Consiglio, ma è evidente che questa mossa non può far altro che minare la nostra fiducia nei suoi confronti, ovviamente non sul piano personale ma per quanto riguarda il ruolo che ricopre. Nel frattempo, le interrogazioni e le mozioni si accumulano sempre più e le risposte latitano. Tutti gli atti, alcuni dei quali protocollati a luglio, non hanno inoltre ricevuto nemmeno risposta scritta. Il secondo mandato del sindaco Menesini è iniziato da appena cinque mesi e, se la conduzione dei lavori è questa, c’è poco da sperare”. “Per quanto riguarda le risposte dovute – conclude – non ci resta che ricorrere al prefetto”.

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