“I valori della vita”, si presenta ad Artemisia la autobiografia di Maria Scatena

Sarà presentato domani (30 novembre), alle 17 nella sala Pardi del polo culturale Artémisia di Tassignano il libro I valori della vita, autobiografia di Maria Scatena. L’incontro si aprirà con i saluti del sindaco Luca Menesini. Saranno presenti i figli Gabriella, Franca, Rosella e Mauro Giovannetti. A moderare l’evento sarà Marisa Cecchetti.

Correre. Correre sempre e comunque. Nella pioggia, sotto il sole. Sull’asfalto, o nei nostri pensieri. Siamo così: dietro a un impegno, un lavoro, una persona. Tesi nella fatica di un traguardo da raggiungere; aggrappati a desideri inespressi, soffocati. Siamo così: siamo gli abitanti del 2019. Quelli che si svegliano con il buongiorno di H&m sul cellulare, che ci concede una “ultima possibilità: i tuoi preferiti con sconti fino al 40 per cento”. Quelli che “bisogna sfidare la vita, prenderla di petto, non lasciarsi sfuggire le occasioni perché poi non tornano più. Non fermarsi mai”. Siamo così: seduti ai tavoli di un bar, gli sguardi sullo schermo, il dito che scorre avanti e indietro… non ci guardiamo nemmeno negli occhi. Nuotiamo fra le vie del centro, nell’assurda ricerca di quel “qualcosa che non sia una sciarpa, un cappello, una maglia, un braccialetto, un reggiseno… tutte queste cose a zia le abbiamo regalate gli scorsi natali: quest’anno bisogna inventarci una cosa diversa, mamma…”. Siamo quelli della crema antirughe a vent’anni, del seno rifatto, del capello piastrato, la divisa esattamente centrale, del rasoio elettrico… Siamo quelli che meglio il nero perché fa magro, il tacco che snellisce. Siamo quelli che corriamo, senza sapere realmente verso dove, a quale scopo: corriamo per rincorrere, rincorriamo per scappare: scappare da noi stessi. Dalla paura di riflettersi in uno specchio, senza vedere niente di vero. Siamo così: non siamo.
Tuttavia, ci sono persone che questo mondo lo vivono per raccontarne un altro, restando ai lati delle nostre vite asfaltate: le colorano col ricordo di passeggiate nei campi, giochi all’aperto, filastrocche, feste in paese; di racconti intorno al fuoco, lettere d’amore scritte alla luce soffusa di una candela, lette di nascosto, col cuore in mano. Le colorano col ricordo di chi sapeva amare, e ne trovava il coraggio; di chi conosceva il significato della parola sacrificio, attesa, fiducia. Di chi, come Maria Scatena, da bambina sognava di raccontare storie: quelle vere, della gente, di fare la giornalista. Un sogno che ha realizzato alla soglia dei 90 anni, pagina dopo pagina, quadernino dopo quadernino, raccontando la sua storia. “Sono nata una piccola contadina, in un paesino di campagna, il 24 maggio del 1921 da papà Tommaso e mamma Elide, due grandi genitori. Oggi 8 gennaio 2011, ho deciso di parlare della mia vita. Ero tanto felice, ricordi di una bambina. La mia famiglia era grande, eravamo in diciotto tra genitori, nonni, zie e nipoti. Eravamo tanto felici”. Maria Scatena nasce a Colognora di Compito, frazione di Capannori, il 24 maggio 1921. Si sposa con Vittorio Giovannetti e vive alla Pieve di Compito fino al 1961, quando, al ritorno del marito dal Canada, si stabilisce a Pontetetto con tutta la famiglia, dove per anni hanno gestito un’attività commerciale. Quasi un secolo di vita, attraversata dalla tragedia della guerra, dalla lontananza del marito Vittorio, dal duro lavoro nei campi e nella Manifattura Tabacchi di Lucca, dalle difficoltà quotidiane di crescere tre bambine, solamente con le sue forze: quelle figlie che domani (30 novembre) insieme al fratello Marco presenteranno il diario della madre: diario di un’esistenza semplice, autentica, solidamente ancorata a valori fondamentali, I valori della vita. La testimonianza di una saggezza antica e profonda, che crede nella vita conquistata con la pazienza e il coraggio. Crede nei legami sinceri e solidi, costruiti nel tempo con rispetto e generosità: legami su cui ha costruito la sua famiglia, trasmettendoli a nipoti e pronipoti. “Siate forti e coraggiosi – diceva loro – pregate mettendo sempre al primo posto la salute. Abbiate pazienza e non vi scoraggiate. Anche ai miei tempi si doveva lottare con la vita. C’era la guerra, la miseria, papà che dovette partire per cercare un lavoro. Ma noi si sperava sempre in un futuro migliore”.

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