“Contributo al Gvai per 6 migranti”, insorge Caruso (Lega)

Il consigliere comunale: "Questa non è accoglienza disinteressata"

Finisce subito nel mirino della Lega un contributo di 20.000 euro al Gruppo volontari accoglienza immigrati (Gvai) per finanziare un progetto di integrazione a favore di 6 immigrati alloggiati nei locali di proprietà della parrocchia di Guamo.

“Dalla documentazione che ho esaminato – spiega il consigliere comunale della Lega Domenico Caruso -, sono emersi diversi profili di illegittimità che illustrerò nelle sedi competenti. Non posso che esprimere sdegno per l’utilizzo di risorse pubbliche in un particolare momento in cui agli italiani sono chiesti enormi sacrifici, l’epidemia del coronavirus sta mettendo in ginocchio molte aziende e molti giovani sono privi di adeguata occupazione”.

“Il progetto della durata di 6 mesi a favore di 6 immigrati prevede oltre a vitto, alloggio, cure, vestiario, il costo di 3.000 euro – sostiene Caruso – per l’affitto dei locali della parrocchia di Guamo; il costo di 4.000 euro per le utenze; il costo di 13.000 euro per gli operatori che dovranno attivarsi per la ricerca di opportunità di lavoro e di integrazione per i migranti non si sa bene con quali speranze di successo considerata la scarsa formazione professionale e la crisi che penalizza molti giovani italiani che, al contrario dei migranti, sono lasciati da soli nella ricerca del lavoro”.

“Il progetto con tanto di budget allegato ha poco a che fare con la solidarietà, quella vera, gratuita, disinteressata, spontanea – sostiene ancora Caruso – che consiste nel rinunciare a qualcosa di proprio per fare del bene al prossimo. E nel caso che vede interessata la Parrocchia di Guamo nessuno si priva di qualcosa di suo perché chiede e ottiene soldi pubblici sicchè tirare in ballo la solidarietà è del tutto pretestuoso.  I migranti che vediamo in giro se la spassano piuttosto bene e non hanno bisogno né di assistenza pelosa né di integrazione essendo venuti qui solo per vivere alle spalle degli italiani.  Ad essere sinceri non sembrano affatto preoccupati delle guerre che ci sarebbero a casa loro e non ha senso sperperare risorse per un progetto limitato e totalmente inutile conclude Caruso”.

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