Polveri sottili, Picchi: “Gli incendi e i dati sulle Pm10 dimostrano che la colpa non può essere dei caminetti”

Il coordinatore dei comitati ambiente della Piana sbotta: "Ci saremmo aspettati limiti mai raggiunti dalle centraline e invece la soglia di allarme è stata superata solo per un giorno"

Incendi e polveri sottili. L’occasione per Liano Picchi, coordinatore dei comitati ambiente della Piana, per tornare a sollevare dubbi sulle responsabilità della concentrazione delle Pm10.

“Ho nutrito – dice – sempre forti dubbi sulle certezze di chi diceva che i caminetti erano i responsabili del superamento delle polveri sottili nella Piana, e attraverso le pagine dei quotidiani l’ho più volte espresso. Ma tecnici, politici e amministratori erano tutti concordi nel gettare la croce addosso ai poveri pensionati che con i loro caminetti a legna ammorbavano l’aria. D’altronde, altro che un pensionato, chi può permettersi il lusso di stare continuamente presente ad alimentare come una vestale, il fuoco del caminetto? Né è pensabile che lavoratori che rientrano a casa alla sera possano in poche ore creare tanto disagio atmosferico. E poi i caminetti a legna sono presenti nella sola Piana Lucchese?”

“Ma c’è poco da fare – prosegue – quando l’opinione pubblica è continuamente martellata da comunicati che categoricamente indicano un responsabile, tecnici che ci sbattono in faccia grafici con i superamenti dei limiti, e sindaci che emanano categoriche ordinanze, anche il più risoluto degli scettici finisce per vacillare. E così un po’ per meglio approfondire la questione, e un po’ per non correre il rischio di andare ad incrementare le polveri sottili finendo su qualche rogo come accadeva agli eretici conclamati ho cessato di porre la domanda in pubblico e sono rimasto in attesa di approfondimenti”.

“I drammatici incendi che hanno devastato le nostre colline – commenta Picchi – hanno finito però per fornirci una prova eclatante che tutto quello che ci hanno propinato fin ora non torna. In questi giorni infatti i venti di mare che sospingevano nella piana ceneri e polveri provenienti dagli incendi rendevano l’aria irrespirabile. Erano così dense da impedire di vedere Pizzorne e Monti Pisani e si depositavano sopra ogni cosa come Plinio ci ha tramandato nell’eruzione di Pompei. Con 900 ettari di bosco incendiati, ovvero un quantitativo che nemmeno tutti i caminetti della Toscana riesce a bruciare in un intero inverno, ci saremmo aspettati limiti mai raggiunti dalle centraline poste nella Piana… e invece il superamento della soglia di allarme è stato di un solo giorno e appena sopra i 50 ug raggiungendo quindi meno della metà di picchi toccati a gennaio (120). Potremmo commentare per pagine su tutto quello che questi dati ci dicono in merito, ma il grafico della centralina Arpat di Capannori dall’inizio dell’anno è la riprova più evidente che fin ora, tutti quanti, ci hanno preso per il…. bavero”.

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