L’arte di respirare: consepevolezza e rinascita

È passato da poco Ferragosto ed il suo calore rovente si fa ancora sentire. Ferragosto è una festività di origine antichissima in cui si celebrava la Madre Terra che elargiva frutti in abbondanza, e in particolare il grano, fonte primaria di sopravvivenza. Ogni comunità si dedicava ai rituali di ringraziamento per il raccolto, ma non si trattava soltanto una festività legata al grano, ma anche alla morte e alla rinascita: infatti questa festa segnava un passaggio in cui il dio, o la dea, del grano morivano per rinascere come farina e pane.

Oggigiorno il consumismo ha avuto la meglio sui rituali e spesso dimentichiamo di ringraziare per ciò che abbiamo a disposizione e tanto meno pensiamo che per rinascere dobbiamo lasciare che qualcosa di noi muoia. Il nostro semplice respiro ha molto da insegnarci a questo proposito: un’inspirazione ci fa venire alla luce ed un’espirazione determina la nostra uscita da questo mondo. E durante tutto l’arco della vita si tratta continuamente di prendere e dare, di nascere e morire. L’inspirazione è associata alla letizia, all’entusiasmo, alla vitalità, a ricaricarci di energia e nel trattenimento a polmoni pieni si sperimenta la gioia di vivere; l’espirazione è associata all’oscurità, alla mestizia, al vuoto, alla mancanza e nel trattenimento a polmoni vuoti si sperimenta la morte simbolica: il soffio è uscito da noi per fondersi nell’universo. Guardare con attenzione al nostro respiro ci porta a fare significative riflessioni: non si può prendere se non abbiamo dato, non è possibile inspirare se non ci siamo svuotati dell’aria che ci riempiva. E se diventiamo consapevoli che non inspiriamo solo aria, ma prana, energia vitale che, sottile, penetrante ed invisibile, pervade ed anima l’intero universo, allora la nostra attenzione sarà più desta e finalizzata ad accogliere e distribuire tale forza vitale al nostro interno, diventando coscienti che “il senso che si ha del valore e della felicità dell’esistenza è direttamente proporzionato alla quantità di energia della forza vitale che circola in noi” (Christoph Wilhelm Hufeland, L’art de prolonger la vie de l’homme, 1833). Il pranayama, dunque, consiste nell’imparare a convogliare questo principio vitale nel corpo e nella mente e può aiutarci in quanto la vita moderna è divenuta infinitamente competitiva provocando tensioni e ansietà che rendono difficile mantenere equilibrio e armonia nella propria vita e fanno sì che malattie del sistema nervoso e cardiocircolatorio siano aumentate enormemente. Alcune tecniche sono state descritte nell’articolo precedente, ed ora amplieremo ed approfondiremo le indicazioni, ma è fondamentale ricordare che il momento migliore è dopo una sequenza di asana ed il successivo rilassamento e che è necessaria assiduità (dunque una pratica giornaliera) e progressività (aumento graduale dei tempi della pratica). “Lo yoga è una via pratica che tutti possono percorrere, ma che nasce da un’autodisciplina senza la quale non è possibile ottenere niente”. (Cella Al Chamali, Respirazione, distacco, concentrazione, meditazione, edizioni Sonzogno). 
Sperimentiamo. Trova un luogo appartato e silenzioso dove tu possa rimanere indisturbata/o e siediti in modo da mantenere il busto ben diritto senza irrigidirti (è importante che la colonna vertebrale sia verticale, e se per ottenere ciò devi utilizzare un sostegno, non esitare a farlo) e con la cintura addominale controllata (evitando che l’addome si proietti in avanti). Apri le spalle e rilassa le braccia e le mani. Le palpebre sono abbassate ma rimane una leggera fessura che induce la mente a non divagare. Verifica che la gola sia aperta, senza alcuna contrazione. Osserva il tuo respiro spontaneo, ascoltalo in silenzio e lascia che il resto del mondo si allontani da te. Inizia con un esercizio semplice ed efficace: attivare le ali del naso. Inspirando allarga le ali del naso come per prendere aria e scopri che stai mettendo in azione piccoli muscoli che permettono l’ingresso di una maggiore quantità di aria e la dirige verso le terminazioni nervose, molto sensibili, delle conche turbinate del naso. Espirando senti che questi piccoli muscoli si rilasciano. Esercitati in questo semplice esercizio e ti accorgerai che esso provocherà gradualmente una modificazione di tutto il sistema respiratorio, aumentandone la ricettività, e praticalo sempre. 
Nadi sodhana è la purificazione delle Nadi che sono i canali attraverso i quali circola l’energia, il prana; sono decine di migliaia, ma due molto importanti si chiamano Ida, che ha origine nella narice sinistra (lunare e rinfrescante) e Pingala che ha inizio nella narice destra (solare e riscaldante). Inizia dunque la pratica della purificazione alternata. Apri la mano destra e ripiega verso il palmo l’indice ed il medio; il pollice ti serve a chiudere la narice destra, premendo sull’esterno della narice dove trovi il tessuto molle; l’anulare ed il mignolo insieme bilanciano la spinta del pollice e chiuderanno la narice sinistra (usa solo i polpastrelli, mai le unghie). Inspira normalmente e chiudi la narice destra ed espira con forza emettendo un soffio potente dalla narice sinistra; inspira da questa narice e poi chiudila ed espira con un soffio vigoroso dalla narice destra; continua così inspirando da destra ed espirando da sinistra. Continua così per una decina di volte (poi aumenterai). All’inizio può sembrarti complicato associare il movimento della dita al respiro, ma poi potrai concentrarti solo sul respiro e noterai l’effetto liberatorio di questa pratica.
Mridanga kriya (mridanga significa tamburo e kriya azione purificante, e può essere a livello più grossolano e a livelli molto sottili ed iniziatici). Apri bene le spalle e porta le mani davanti al torace. Inspirando picchietta con la punta delle dita a polpastrelli rigidi tutta la zona pettorale sotto le clavicole e sullo sterno; espirando dalla bocca batti sulla stessa zona con i palmi delle mani e le dita distese (continua per una decina di volte, trovando un ritmo cadenzato, proprio come se suonassi un tamburo). È una pratica utile per purificare i bronchi (si addice bene ai fumatori, ma favorisce anche i bambini che non hanno una respirazione fluida).
Ancora un’azione purificante: eka kloman kriya (la pulizia di un solo polmone) che aiuta ad espellere le impurità dell’organismo. Appoggia la mano sinistra sulla parte sinistra del costato ed inspira ascoltando l’espansione del polmone sinistro sotto la mano, poi espira a tratti con soffi vigorosi che escono sia dal naso che dalla bocca mentre premi con la mano finché il polmone non si è svuotato. Ripeti la pratica per sei-otto volte e poi rimani all’ascolto: sentirai il respiro prevalere nella narice sinistra e nel polmone sinistro che si rigenera. Passa poi sull’altro lato utilizzando la mano destra per ascoltare il respiro in questo polmone e poi per aiutarlo a svuotarsi. Ed ascolta. Hai bruciato negatività e ti stai rigenerando. 
Varna pranayama, il respiro colorato che può ricaricarci quando ci sentiamo senza energia. Controlla, come sempre, che la tua posizione seduta segua le indicazioni date inizialmente, poi dedicati all’ascolto del respiro spontaneo lasciandoti trascinare al’interno. Pensa ad un colore che ti piace (se è scuro schiariscilo e fa sì che diventi luminoso). Vedi l’aria intorno a te diventare di quel colore e mentre rendi il tuo respiro più sottile, lento e profondo, comincia ad inspirare il colore; alla fine dell’inspirazione trattieni, senza sforzo, per qualche secondo permettendo al colore di diffondersi in ogni parte del corpo, in ogni organo, nei muscoli, nelle cellule, nello scheletro, nella testa ed anche nella mente. Lascia che l’energia vitale di quel colore vivifichi tutto il tuo sistema.
Surya chandra bhedana pranayama, il respiro del sole e della luna. Molti sono i vantaggi che si hanno praticando questo che è il più importante pranayama che ci è stato tramandato: calma la mente, scioglie le tensioni, placa il mal di testa, porta equilibrio tra corpo, mente ed emozioni ed agisce sul pH del sangue bilanciando la parte alcalina e quella acida. Mettendo in equilibrio ida e pingala, il canale lunare e quello solare, attraverso l’azione di bhedana cioè del perforamento dei due astri, reca in sé il grande simbolo di unificare le energie del maschile e del femminile e dar luogo ad una rinascita. Riprendi il mudra della mano destra che hai utilizzato in nadi sodhana mentre la mano sinistra si appoggia col dorso sul ginocchio. Chiudi la narice destra ed espira dalla sinistra con un soffio lento, molto sottile e silenzioso ed inspira dalla stessa narice sempre in modo lentissimo e silenzioso; espira dalla narice destra e dalla stessa inspira e così via, finché non senti che tutto avviene con facilità. Allora puoi iniziare ad inserire dei brevi trattenimenti sia a polmoni pieni che vuoti. Non avere fretta, la pratica darà i suoi frutti solo se saprai assaporarla piano piano. Col tempo, conterai i tempi di inspirazione ed espirazione ed i due trattenimenti (che dureranno metà tempo rispetto alle due fasi) e li aumenterai poco alla volta. Ricorda quel che i saggi dicono: “Tutto ciò che cresce lentamente mette profonde radici”.

Patrizia Martinelli
insegnante yoga ratna

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