Musica e danza per la rassegna sul tema della morte allo Scompiglio

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Sabato (10 novembre), la tenuta dello Scompiglio di Vorno, ospiterà uno studio dedicato alla danza e un concerto che affronteranno, ciascuno a proprio modo, il tema della morte. Alle 17, Over Ground, esito della residenza di creazione di Pryzmat dance Company e progetto vincitore del bando che, prendendo le mosse dall’espressione del corpo umano in una situazione di minaccia, si interrogherà su dove si colloca il reale concetto di morte. Alle 19,30, 8-8-88 la porta dell’infinito, un recital pianistico di Fabrizio Ottaviucci con musiche di Giacinto Scelsi, per il trentesimo anniversario della sua scomparsa. In programma la Suite IX Ttai (1953) e la Suite X, Ka (1954), entrambe composte nel periodo centrale della vita del compositore e ispirate a concetti metafisici.

Gli appuntamenti fanno parte di Della morte e del morire, programmazione tematica, da settembre 2018 a dicembre 2019, proposta dall’associazione culturale dello Scompiglio, diretta dalla regista e artista Cecilia Bertoni, negli spazi della omonima Tenuta di Vorno. 
La manifestazione comprende i vincitori di un bando internazionale rivolto ad artisti di ogni declinazione dell’arte e ha visto la partecipazione di oltre cinquecento progetti, accanto alle creazioni e alle produzioni della compagnia dello Scompiglio, di incontri, mostre e spettacoli ospiti. Gli appuntamenti musicali sono curati da Antonio Caggiano, direttore artistico per l’attività musicale dell’associazione culturale dello Scompiglio.
Fino al 23 dicembre, allo Spe, sono visibili tre installazioni, tutte risultanti da progetti vincitori del Bando. Il lanternista, del collettivo artistico Gli Impresari (Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello), che esamina la lanterna magica, dispositivo considerato l’antenato del cinema, tra i primi strumenti per la proiezione di immagini in movimento. Il soggetto iconografico del Trionfo della morte, affresco staccato conservato nella galleria regionale di palazzo Abatellis a Palermo, diventa il punto di partenza per una performance corale; Krajany, dell’artista trentino Christian Fogarolli, che esamina l’ospedale psichiatrico di Bohnice a Praga e l’annessa zona cimiteriale in cui venivano sepolte le persone decedute nella struttura, tra cui quarantotto trentini lì trasferiti dal complesso di Pergine Valsugana a causa degli scontri della prima guerra mondiale; Columbarium, dell’artista messicano Alejandro Gómez de Tuddo, composta da una serie di ritratti funerari e suoni registrati in diversi cimiteri del mondo. Il ritratto funerario facilita l’ingresso dell’osservatore nel processo psichico relativo al lutto e alla perdita, come il registro di un momento e un modello che non sono più.

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