Appello del comitato: enti fermino il progetto degli assi

Non approvare il progetto del nuovo sistema tangenziale di Lucca nella prossima conferenza dei servizi. E’ questa la richiesta che arriva, attraverso una lettera aperta dal comitato contro gli assi viari alle amministrazioni locali, alla vigilia del corteo di protesta che domani mattina (13 aprile) partirà da piazza Aldo Moro a Capannori.

“La manifestazione che abbiamo indetto con la partecipazione di associazione di agricoltori di Coldiretti e Cia che prevede un corteo di mezzi agricoli, auto ed altri mezzi, ha lo scopo – si legge nella lettera aperta ai sindaci di Lucca e Capannori e al presidente della Regione Toscana – di portare alla attenzione le problematiche che il progetto tangenziale di Lucca, noto come assi viari, arrecherà al nostro territorio. Non concepiamo come una amministrazione attenta alla salvaguardia del proprio ambiente, inteso come habitat, suolo, sottosuolo ed aria, abbia potuto far passare nei vari ambiti istituzionali una tale accozzaglia di mostruosità progettuali. Veniamo a chiedere di adoperarvi affinché tale progetto non venga approvato alla prossima Conferenza dei Servizi in quanto dagli atti depositati ed emersi durante l’inchiesta pubblica nonché dalle perizie tecniche depositate dai cittadini questo non apporterà alcun beneficio di quelli tanto sbandierati, tipo eliminare il traffico dalla circonvallazione di Lucca, dal viale Europa sia di Lucca che di Marlia -Lammari”.
“Da una attenta lettura delle relazioni Anas e dall’esito dell’Inchiesta pubblica, possiamo capire l’ininfluenza di tali affermazioni, oltre che essere un progetto cui benefichi avranno breve durata – prosegue il comitato contro gli assi viari -. Dalla relazione dei garanti emerge con chiarezza che il beneficio per il Comune di Lucca sarà del solo 3,6 % mentre per Capannori si vedrà addirittura un aumento del traffico del 68% rispetto alle condizioni attuali. Non è possibile che non vengano considerati tutti i danni irreparabili e le ferite che il progetto infliggerà al nostro territorio, alcuni esempi, tra i tanti: il tracciato si sviluppa interamente sul letto dell’antico Paleo Alveo del Serchio e la sua falda acquifera molto superficiale non viene tutelata in alcun modo. Chi garantirà la salubrità delle acque potabili che servono la Piana? Il rilevato costituisce una notevole barriera al deflusso delle acque piovane, con pericolo di allagamenti nelle zone interessate dal progetto. Molti canali irrigui vengono deviati, interrotti o tombati con sicuri disagi per le molte aziende agricole che tutt’ora coltivano la zona est. Frazionamento e divisione di terreni agricoli senza alcun criterio. Molte particelle saranno divise a metà con difficoltà di accesso da una parte all’altra. Chiusura di strade e passaggi poderali – elenca il comitato – tutt’ora utilizzati dai coltivatori, perdita di marchio di produzione BIO per le aziende agricole che si troveranno a ridosso della tangenziale”.
Secondo il comitato gli assi creeranno anche “una barriera di divisione dei paesi con interessi comuni – si legge nella lettera aperta -, la chiusura della viabilità secondaria di rammaglio tra le varie frazioni con aumento dei tempi di percorrenza nella direttrice est – ovest e relativo aumento di inquinamento ambientale”, oltre ad un “deturpamento di tutta la Piana che, invece, viene attualmente portata come esempio di città diffusa” e “enormi danni alle proprietà degli abitanti. Giardini ed abitazioni che si troveranno a ridosso di terrapieni o muri di contenimento alti 5 – 6 metri”.
Ma altre sono le pecche indicate dal comitato: “Il progetto – si legge ancora nella missiva – è realizzato su cartografie obsolete, che non tiene conto di nuove abitazioni in quanto effettuato su carte del 1995 (come emerso dalla relazione dei Garanti dell’inchiesta pubblica). Le abitazioni lungo il percorso sono tutte munite di pozzo artesiano. Dovrebbero essere tutti tombati nel raggio di 300 metri. Con conseguente enorme dispendio per i vari allacciamenti, non considerati da Anas nella stima dei costi di progetto. Le finestre di alcune case verranno sigillate per alleviare l’impatto del progetto. Soluzione a dir poco incivile per il terzo millennio. Ci sarà poi la difficoltà delle popolazione locale di raggiungere i vicini al di la della barriera” e si produrrà, secondo il comitato “il mancato rispetto delle aree ecologiche (vedi laghetti Lammari) che saranno attraversati dal progetto. Infatti l’asse Nord Sud sarà collocato a soli 117 metri dall’area, con tutti i conseguenti danni all’ambiente ed alla fauna che tutt’ora popola la zona. Concludendo, chiediamo che, sia voi, che tutta l’amministrazione pubblica prendiate coscienza del fatto che il progetto, ripresentato da ANAS senza alcuna modifica rilevante, apporta più disagi che benefici. Non crediamo che un amministratore di buon senso e lungimiranza voglia essere ricordato dalle generazioni future come colui che ha distrutto o che ha contribuito a distruggere la Piana di Lucca. Oggi che tanto si parla, in svariate occasioni, della salvaguardia del clima, del consumo del suolo, della tutela dell’ambiente, come si può concepire con tanta disinvoltura questa colata di cemento, asfalto e chi sa cosa altro sarà inserito nel terrapieno. Sperando in una vostra azione ragionevole per stoppare questo inutile e dannoso Progetto, porgiamo cordiali saluti e rinnoviamo la nostra intenzione a percorrere tutte le vie legali per evitare che la Piana venga irrimediabilmente compromessa”.

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