Cave del Marginone, Tori all’attacco: “Il Comune di Altopascio sia al fianco dei cittadini”

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Cave del Marginone: il consigliere comunale di LiberAltopascio torna all’attacco. “Aria, acqua e ambiente non sono né di destra né di sinistra né tantomeno di proprietà delle aziende private – dice – ma sono di tutti noi che dobbiamo rispettarli se non altro per i nostri figli e per le future generazioni”. Tori lancia accuse pesanti e sostiene che il materiale stoccato in zona sia pericoloso per la salute. “Se il Comune competente per territorio e i Comuni confinanti con le cave non ci aiutano a fare luce su questi problemi, cosa ci stanno a fare? Perché permettono di farci respirare ogni ben di Dio (tipo solfati, solfuri, fluoruri, benzene, toluene etc.) invece di farci respirare aria pulita e ancora perché permettono di inquinare le falde acquifere con sostanze contenenti, piombo, zinco, ferro in quantità 400 volte superiore al limite di legge e la manganese con valori 150 volte superiori alla norma, come si evince dalla documentazione in nostro possesso”.

Tutto è nato – spiega Tori – dall’associazione Il Cittadino che ha “prontamente raccolto le lamentele dei cittadini, delle zone circostanti le cave del Marginone, che venivano a sollecitare un nostro interessamento per cercare di mettere fine agli odori diventati ormai insopportabili. Alcune famiglie erano costrette a dormire con le finestre chiuse addirittura in piena estate per non sentire gli odori nauseabondi e a volte persino irritanti. L’Associazione ha preso immediatamente visione della situazione e si attivata per trovare una soluzione ai problemi sollevati dagli abitanti della zona della fornace, nel caso fosse possibile. Ha contattato diversi enti fra i quali il Comune di Altopascio, competente territorialmente e responsabile per aver approvato un nuovo piano che permetteva all’azienda di utilizzare le cave per smaltire alcuni tipi di rifiuti, Legambiente ed altri ancora. Ha presentato, nell’interesse esclusivo della gente, una proposta, secondo noi ragionevole, che poteva essere accolta anche dall’azienda se fosse stata disponibile e se non avesse avuto niente da nascondere. Ha proposto di far sostare sul piazzale della cava per due giorni interi i materiali, prima di sotterrarli come veniva fatto di regola, in modo tale che le autorità competenti potessero fare i controlli opportuni per verificare in qualsiasi momento se i rifiuti corrispondevano alla normativa di legge. La proposta fu respinta sollevando numerose perplessità negli abitanti del luogo e a quel punto non ci restava che rivolgerci all’Arpat di Lucca. Essa ci illustrò diverse cose che non sapevamo e ci fece un quadro molto più reale della situazione che si era venuta a creare. Queste sostanze dovranno essere rimosse prima che abbiano conseguenze irreparabili sulla salute umana e l’area interessata bonificata. C’è di più, si parla di percezione di odori simili a quelli emanati da materiali organici in putrefazione in alcune zone della cava dove sono stati fatti i carotaggi e cosa dire di quanto si legge sui giornali che dalla cava esalerebbe del gas metano? Questi dati non li abbiamo certamente inventati noi ma sono tutti contenuti nella documentazione che è in nostro possesso e che tutti i cittadini possono consultare quando vogliono. La più grossa soddisfazione che abbiamo avuto è quella delle persone che prima ci erano ostili e che dopo la conclusione di questa brutta vicenda ci sono venute a trovare dimostrando piena riconoscenza”.

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