Combattere e prevenire la disidratazione

L’acqua rappresenta un costituente essenziale per la vita ed è anche quello presente in maggiore quantità. Ci sono variazioni in funzione dell’età e del sesso, ma in generale possiamo dire che essa rappresenta circa il 60 per cento del peso corporeo di un adulto (maschi 60 – 70 per cento e femmine 55 – 65 per cento). Nell’anziano, a causa dei cambiamenti fisiologici della composizione corporea, vi è una diminuzione dell’acqua corporea totale e quindi il rischio di disidratazione è maggiore rispetto a un individuo più giovane. 

L’acqua non è solo costituita da idrogeno e ossigeno, come vuole la formula chimica, ma è una soluzione di minerali presenti in quantità diverse a seconda della provenienza dell’acqua; e svolge un ruolo fondamentale nei processi di digestione, assorbimento, trasporto, utilizzo dei nutrienti, oltre che per l’eliminazione di scorie metaboliche. Per questi motivi è importante introdurre acqua mediante alimenti e bevande, soprattutto durante la stagione calda, perché il rischio di incorrere nella disidratazione aumenta in modo consistente. Nel caso delle persone anziane, lo stimolo della sete viene avvertito in misura minore, per questo è consigliabile bere a intervalli regolari, anche senza aspettare di avere sete; in particolar modo, per chi è obbligato a letto per motivi di salute e per coloro che soffrono di Alzheimer. I sintomi di un’idratazione non adeguata sono: sete, aumento della fatica, irritabilità, difficoltà nella concentrazione, aumento della temperatura corporea (ipertermia). Gli effetti si manifestano con l’aumento della frequenza cardiaca, elevata osmolarità plasmatica, riduzione del flusso sanguigno alla pelle e aumento della temperatura interna. In condizioni normali il fabbisogno idrico è circa 30 millilitri per chilo di peso corporeo; ci sono delle condizioni come la stagione calda, diarrea, vomito o febbre, in cui è opportuno aumentare tali quantità fino a raddoppiarle. In generale, per calcolare la quantità di liquido, si utilizza una formula che prevede 100 millilitri di liquidi per chilo di peso corporeo per i primi 10 chili, poi 50 millilitri per chilo di peso, per i successivi 10 chili; infine, 15 millilitri per chilo di peso dopo i 20 chili. Per fare un esempio, una persona che pesa 60 chili, dovrà bere circa 2 litri di liquidi quotidianamente. Si deve preferire essenzialmente acqua, evitare bevande zuccherate e gassate; si possono preparare infusi leggeri o acqua aromatizzata con limone, arancia, lime o foglie di menta. Il primo sintomo della disidratazione è la secchezza della bocca, ma basta una carenza di idratazione dell’1 per cento per avere effetti sulle performance fisiche dell’organismo. Se si arrivasse al 10 per cento, avremmo un elevato rischio di incorrere in un colpo di calore. Per bere in modo sano, bisogna consumare circa 1,5 – 2 litri di liquidi al giorno; meglio scegliere bevande a temperatura ambiente o tiepide, perché idratano l’organismo più velocemente (la bevanda fredda resta nello stomaco fino a quando non raggiunge la temperatura corporea), preferibilmente non zuccherine. Bere spesso e reintegrare a piccoli sorsi, ad intervalli di circa 20 – 30 minuti. È necessario aumentare l’introito di liquidi, quando la temperatura esterna aumenta o si svolge esercizio fisico. In generale è consigliabile variare l’assunzione di cibi e bevande, per idratarsi con gusto, nel rispetto della salute.
Fonti: Alimentazione e nutrizione nell’anziano. Valutazione, prevenzione e pratica clinica (Mariangela Rondanelli, Il pensiero scientifico editore)

Ombretta Velotti
biologa nutrizionista

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