Cei (Idea Service): “Su digitalizzazione non si facciano passi indietro”

La ridiscussione del piano Industria 4.0 sta creando disorientamento nelle aziende, perché si “introducono misure disarticolate tra loro”, senza un “disegno complessivo”. E’ di questa opinione Lido Cei, della Idea Service Srl, società lucchese che si occupa di consulenze in questo settore alle aziende. “Incontrando quotidianamente imprenditori ascolto le loro preoccupazioni per il futuro e non posso che tornare sullo stesso argomento già affrontato nei giorni scorsi. Le lamentele – spiega Cei – si concentrano essenzialmente sulla messa in discussione del piano Industria 4.0 che comporta la perdita di 800.000 nuovi posti di lavoro e la rinuncia alla riqualificazione di altrettanti lavoratori nello stesso periodo. Il governo sta rimodulando il piano varato dai governi di centro-sinistra eliminando alcune misure e inserendone altre i cui risultati devono essere concretizzati. A mio modesto giudizio il vero problema è che si introducono misure disarticolate tra loro, manca un disegno complessivo di politica industriale rispetto alla trasformazione digitale del sistema produttivo”.

“Questo aspetto – prosegue Lido Cei – è persino più grave del taglio delle risorse a disposizione. Infatti se il piano Industria 4.0 è riuscito a far ripartire gli investimenti e perché gli imprenditori ci hanno creduto. Sulla rivoluzione digitale ci giochiamo il futuro perché la perdita dei posti di lavoro in tre anni è solo la conseguenza immediata, se non saremo in grado di centrare il passaggio storico della riconversione digitale del processo produttivo le nostre aziende finiranno fuori mercato. Se non risaliamo la china della produttività non dovremo lamentarci perché stiamo facendo il possibile per restare ultimi nelle classifiche internazionali. Secondo stime della Confindustria spingendo l’acceleratore sulla digitalizzazione del sistema produttivo si guadagnerebbe mezzo punto di Pil ogni anno ed è a tutti noto quanto sia cruciale la crescita del PIL per ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil. Mi auguro che nel dibattito parlamentare sulla legge di bilancio vengano ascoltate le ragioni delle aziende e che venga ripristinato il credito di imposta sulla formazione 4.0 dei dipendenti che tra le altre cose non avrebbe bisogno di ulteriori stanziamenti visto che la misura per il 2018 è appena partita e basterebbe spostare nel 2019 quanto ancora non utilizzato ed inoltre vengano introdotti sgravi fiscali per le imprese che investono sul Cloud consentendo a chi ha comprato macchinari nuovi di poterli connettere ed infine, se si vogliono davvero offrire opportunità di lavoro ai giovani, devono essere potenziati gli Its essendo dimostrato che chi li frequenta trova subito lavoro ma nella legge di bilancio non sono previsti fondi. Concludo dicendo che si rende necessario fare meno demagogia e più azioni concrete nella direzione della crescita economica nell’interesse della comunità e non dei sondaggi”.

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