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Non discriminazione nei media, c’è il programma europeo foto

Un movimento europeo per rendere i contenuti dei media più rispettosi della diversità. E non solo parlando delle diversità, tutte le diversità (o presunte tali) ma rendendo in generale i contenuti dei media, anche quelli mainstream più “inclusivi”. Cioè in grado di tenere conto in generale delle realtà, dei problemi, del modo di affrontare la realtà di donne, migranti, comunità Lgbt, disabili e minoranze etniche.
E’ di questo che stanno discutendo, ormai dal giugno dell’anno scorso, giornalisti provenienti da ogni parte della Comunità Europea. Grazie al programma Mediane realizzato congiuntamente da Consiglio d’Europa e Comunità Europea e che si svilupperà, fino alla fine del 2014, con l’obiettivo di stimolare un approccio includente ed interculturale nei contenuti dei media, ma anche nelle scuole di giornalismo. Dal primo incontro, che si è tenuto a giugno dello scorso anno a Nicosia, a Cipro (simbolo di una comunità divisa in due da un “muro” che divide la comunictà turca da quella cipriota), il programma si è sviluppato attraverso incontri plenari e tematici che hanno lo scopo di creare due strumenti di supporto all’attività giornalistica quotidiana: un indice di buone pratiche a livello europeo e un questionario con cui singoli giornalisti o redazioni possono in qualche modo “testare” il loro approccio includente nel lavoro di tutti i giorni.

Anche Lucca in Diretta e Dì Lucca hanno preso parte agli incontri di formazione di questi strumenti, l’ultimo dei quali si è concluso nella giornata di ieri (30 marzo) a Spalato in Croazia. Tante le questioni (e i dubbi) sul tavolo, per creare delle linee guida nel racconto delle minoranze o delle “diversità”. “Non solo – ha detto in fase di presentazione uno dei responsabili del progetto per il Consiglio d’Europa, Reynald Blion – per renderle visibili, ma anche per ascoltarle. Per rendere, insomma, tutti i contenuti dei media realmente includenti”. E quindi completi, e di conseguenza corretti.
Nel mese di aprile nei due incontri di Wurzburg (Germania) e Spalato (Croazia) i diversi gruppi di lavoro si sono focalizzati sulla rappresentazione di genere, sul coinvolgimento dei giovani nella lettura e nella comprensione delle notizie, sul coinvolgimento di tutte le diversità. Un progetto che, però, non rimarrà solo teorico e limitato alla creazione di strumenti di libero utilizzo e consultabili sul sito del Consiglio d’Europa, ma che si sostanzierà anche in scambi fra giornalisti europei che, a coppie, produrranno degli esempi concreti (articoli, case studies, video o audio) in inglese o in francese. Per quest’ultimo progetto è ancora possibile iscriversi compilando un form e cercando il partner giusto con cui lavorare in un paese europeo, grazie anche alla copertura di alcune spese da parte degli organizzatori (supportati anche dal Community Media Forum Europe, dalla Federazione Europea dei Giornalisti, dalla European Journalism Training Association e da Media Animation). Queste ed altre attività sono poi consultabili anche iscrivendosi al gruppo Facebook dei giornalisti europei per la diversità, costantemente aggiornato dai membri (oltre 1000), giornalisti di ogni parte d’Europa.
Il progetto, che fa seguito ad altri due progetti biennali già conclusi (Speak out against discrimination e Media against racism in sports, acronimo Mars) tutti consultabili sul sito del Consiglio d’Europa, si concluderà con una conferenza plenaria a novembre che con tutta probabilità si svolgerà a Bruxelles, una delle sedi della Comunità Europea.
Per chi, invece, volesse partecipare all’ultimo incontro tematico, in programma a giugno a Londra e dedicato ai formatori di giornalisti e comunicatori è ancora aperta l’iscrizione con scadenza 11 maggio.

Enrico Pace

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