Le rubriche di Lucca in Diretta - Libri

Il ricordo dello scrittore altopascese Remo Teglia al Salone del Libro di Torino

Importante vetrina internazionale per lo scrittore altopascese Remo Teglia. Di lui e delle sue opere si parla domani (9 maggio) nell’ambito del Salone del Libro di Torino, una delle rassegne più prestigiose in ambito mondiale legate alla lettura e alla cultura.  A parlarne, rappresentando il comune di Altopascio, il sindaco Maurizio Marchetti, che, alle 17, nello Spazio Autori, interverrà insieme a importanti esperti come Ernesto Ferrero, critico e scrittore, direttore del Salone e amico di Teglia ai tempi dell’Einaudi e di Daniela Marcheschi, critica letteraria, curatrice del volume dedicato allo scrittore. Sono usciti proprio  in questi giorni, per i tipi dell’editore Avagliano di Roma, due pubblicazioni di e su Remo Teglia, scrittore altopascese di cui nel 2013 è ricorso il centenario della nascita. Si tratta di Mala Castra, romanzo già pubblicato nel 1965 dall’editore Einaudi, e di Album Remo Teglia. Vita di uno scrittore, dedicato alla figura e all’opera dello scrittore toscano morto nel 1975.

Scoperto dalla casa editrice Einaudi, che ne pubblicò i romanzi maggiori prima della morte, Teglia fu scrittore intenso, che registrò un significativo consenso della critica e del pubblico, prima che la morte ne interrompesse prematuramente l’attività. L’Album Remo Teglia – Vita di uno scrittore, curato da Daniela Marcheschi e con una premessa di Ernesto Ferrero, esce in qualche modo a corredo del romanzo ripubblicato, per informare i lettori di oggi della biografia di un italiano e di uno scrittore di valore, e per restituire alla storia della letteratura italiana del Novecento il profilo della figura e della carriera di un autore appartato, ma fra i più persuasivi della nostra narrativa degli anni ’60/’70.
Riportiamo alcune parti dell’introduzione di Daniela Marcheschi. “Si pensa spesso alla vita di uno scrittore come a qualcosa di dinamico, brillante, illuminato magari dai flashes dei fotografi o dai riflettori della televisione. (…) La vita degli scrittori autentici, interessati alla letteratura – arte che richiede dedizione e lavoro di letture e di studi nel chiuso di una stanza – molto spesso non è così, non può essere così. La letteratura è una vocazione, un “demone”, per usare un termine un po’ immaginifico ma efficace, che possiede, assorbe tempo ed energie preziose, che costringe alla solitudine o a quella riservatezza in grado di consentire la migliore concentrazione su quanto si viene pensando e scrivendo, sulle scelte delle tecniche narrative e i loro significati. Spesso lo scrittore deve guadagnarsi da vivere con un altro mestiere, perché i libri, salvo casi eccezionali, non permettono quel minimo di agiatezza utile per sé e la propria famiglia”.
“Remo Teglia nato e morto ad Altopascio (1913-1975), in Lucchesia – prosegue l’introduzione – era un medico e dei proventi della sua professione è sempre vissuto. Ebbe pochi amici nell’ambiente letterario, ma affezionati: Mario Tobino, Arrigo Benedetti, lo studioso francese Gérard Genot; stabilì legami di stima e d’affetto con i redattori dell’Einaudi, che ne discutevano il lavoro: Ernesto Ferrero, Daniele Ponchiroli, Guido Davico Bonino. Gli altri suoi amici erano quelli di sempre, che incontrava ad Altopascio o a Lucca. Tutto radicato nella sua terra natale come un antico contadino, Teglia aveva effettuato durante la sua vita un solo spostamento geografico degno di nota: il viaggio che, durante la Seconda Guerra mondiale, lo aveva condotto a combattere per alcuni anni sul fronte macedone e albanese come giovane Ufficiale medico. (…) Si era trattato di un viaggio fondamentale nella guerra crogiuolo di destini, che Teglia racconterà estesamente in terza persona nel suo primo romanzo pubblicato, Mala Castra (Einaudi, 1965), e che gli era perciò bastato, lo aveva marchiato per sempre. Gli aveva permesso di conoscere la verità umana che gli premeva maggiormente. Il più straordinario itinerario che uno scrittore possa intraprendere è del resto quello nei dintorni ed interni di se stesso e dei suoi simili. Solo se sa cogliere quegli aspetti del reale e di sé che coincidono con la percezione degli altri, lo scrittore può parlare a nome di tutti: diventare, appunto, uno scrittore autentico. (…) Nel suo secondo romanzo La ballata del mezzadro (Einaudi, 1971), e nell’ultimo pubblicato, Terra e ghiaie (Einaudi, 1973), il vincolo radicale dell’uomo-contadino o dell’uomo-contadino-operaio con la terra e le ghiaie, gli animali, i loro ritmi e bisogni, è evidente. (…) A Teglia interessava raccontare la mentalità e le piccole storie – destinate a perdersi nella memoria collettiva – di umili uomini tenaci, catapultati nella Storia e in situazioni più grandi di loro: la guerra e il problematico ritorno a casa, oppure l’avvento del Fascismo e le tensioni sociali seguite alla fine del primo conflitto mondiale; i loro atti di dignità e le loro sconfitte. È qualcosa di più che la descrizione di novecenteschi “vinti”, e Teglia, lungi dal fermarsi alle apparenze, non va confuso con lo stuolo degli scrittori neorealisti. L’asciuttezza dello sguardo, il ritmo serrato delle scene, il movimento della sintassi, che ne animano le pagine, puntano a cogliere una verità che va oltre il dato socio-economico: quello confuso dagli epigoni del naturalismo con il reale in assoluto. Per Teglia era invece importante narrare non solo la vita dura dei suoi protagonisti, ma anche e prima di tutto mettere in risalto la dignità di questi uomini, comunque la loro natura di esseri umani “integrali”. (…)”

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.