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Marylin autistica? Lipotesi in un libro di due psichiatri

Il dottor Enrico Marchi, psichiatra e presidente di Alap (Associazione lucchese arte e psicologia), presenterà mercoledì (20 aprile) alle 18 nella sala convegni di San Micheletto il libro su Marilyn Monroe, dialogando con gli autori (gli psichiatri Liliana Dell’Osso e Riccardo Dalle Luche) e avvalendosi dei contributi di Daniela Toschi, psichiatra e Marco Vanelli, critico cinematografico.
Alap si avvale per questa occasione della collaborazione del Cineforum Ezechiele e della Libreria Fuori Porta, del supporto organizzativo dell’Ordine dei medici di Lucca, della Società medico chirurgica lucchese, della associazione Donne Medico, nonché della partecipazione delle associazioni Archimede e Onlus-La salute per tutti.

Nessuno aveva mai avanzato l’ipotesi che Marilyn Monroe sia diventata un’intramontabile icona mondiale non tanto (o non solo) per il suo fascino, ma a causa del suo “assetto psicologico”: un autismo di base. Secondo questa teoria, Norma Jean sarebbe stata affetta da una patologia che, nel corso della vita, ha decretato anche la sua rovina, innescando un percorso morboso e insieme inarrestabile, almeno utilizzando le armi che erano disponibili nei primissimi anni Sessanta.
Rispetto alle altre specialità mediche, dominate dalla tecnologia e dal sapere tecnico, la psichiatria, la medicina che si occupa della funzioni relazionali del cervello (ciò che si indica col termine di “mente”), continua a muoversi sui doppi binari delle acquisizioni scientifiche e neuroscientifiche e della dimensione relazionale, della ricerca empirica e della medicina narrativa.E’ quanto esemplificano in questo densissimo testo i due autori, psichiatri nati nella stessa scuola pisana ma separati per oltre trent’anni da destini professionali completamente diversi: clinico-biologico e accademico ai più alti livelli la professoressa Dell’Osso, psicopatologico e psicoterapeutico il dottor Dalle Luche. Nato da un incontro ed una discussione occasionale in treno, il libro parte da un caso esemplare di paziente complessa, Marilyn Monroe, la “povera orfanella” divenuta un mito hollywoodiano ed un’icona universale dopo la sua tragica e discussa scomparsa all’età di 36 anni.
Il libro, scritto con qualità comunicative non comuni, una grande partecipazione affettiva ed un minuzioso impegno bibliografico, è dunque consigliabile sia a chi voglia riflettere sulla biografia della diva, una sorta di prototipo di migliaia di altra esistenze simili, meno note ma altrettanto sfortunate, sia per chi voglia aggiornarsi sulla psichiatria di oggi, un mestiere sempre più complesso ed affascinante, ma anche, diversamente da un tempo, sempre più vicino alla vita quotidiana di tutti noi.

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