Coronavirus, Regione ‘blinda’ gli ospedali: stop agli ingressi per chi ha sintomi influenzali e alle operazioni non urgenti

Ditte toscane iniziano a produrre un nuovo tipo di mascherine chirurgiche da distribuire alle strutture sanitarie

Stop agli ingressi in ospedale per tutti coloro che hanno sintomi similinfluenzali. Questa una delle misure della nuova ordinanza della Regione Toscana per evitare che, in vista di un possibile aumentodei casi di coronavirus in Toscana, vi sia una eccessiva pressione sui nosocomi e l’arrivo in ospedale di casi sospetti di coronavirus che determinano la conseguente quarantena per medici e infermieri che sono venuti a contatto.

Ad esporre le nuove misure sono stati il governatore Enrico Rossi e l’assessore alla sanità Stefania Saccardi.

“La necessità – ha detto Rossi – al momento è quella di utelare al massimo la risorsa ospedaliera: occorre evitare che l’ospedale sia un luogo dove una persona infetta entra, causando un impatto negativo e l’effetto di messa in quarantena di medici ed infermieri“.

Tre le disposizioni previste dal decreto: l’interruzione degli ingressi in ospedale per tutti (visitatori, pazienti, medici e infermieri) che hanno pazienti simil influenzali; l’avvio della produzione da parte di alcune aziende toscane di un nuovo tipo di mascherine chirurgiche in tessuto non tessuto, certificate, da distribuire nelle strutture ospedaliere, con una produzione di circa 20mila e 30mila pezzi al giorno; l’interruzione del 25 per cento dell’attività programmata chirurgica e medica quando non necessaria per mettere a disposizione circa 100 letti in più di letti ad alta tecnologia negli ospedali toscani.

“Chiediamo ai cittadini in attesa – ha poi spiegato Rossi – di avere pazienza. Abbiamo preso questa decisione per tutelare la salute collettiva, nell’eventualità che il fenomeno possa avere un’ulteriore diffusione nei prossimi giorni. In questo modo renderemo disponibili posti letto in più, oltre agli attuali 30 liberi nelle terapie intensive degli ospedali pubblici e verificheremo con le strutture private quanti potranno metterne a disposizione. Contiamo di arrivare a circa 100 in totale. E domani esamineremo la possibilità di renderne disponibili altri ancora, attrezzando con ventilatori respiratori alcuni dei 308 posti che abbiamo nelle terapie subintensive”.

È stato precisato che i ricoveri avverranno soltanto per quei pazienti che mostreranno evidenti necessità di ricovero, a partire dalle difficoltà respiratorie, mentre per tutti gli altri proseguirà la sorveglianza attiva con i controlli a domicilio.

Il presidente Rossi ha detto di aver ricevuto stamani i ringraziamenti del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, al quale ha messo a disposizione cinque letti di terapia intensiva. La Lombardia ne ha attualmente occupati circa 110 da pazienti con il coronavirus, ma ha tre volte il numero di abitanti della Toscana ed una situazione epidemiologica sicuramente peggiore.

“Dopo esserci dedicati alla prevenzione – ha aggiunto Enrico Rossi – ci siamo messi in condizioni serie per curare i pazienti, nell’eventualità che si verifichi lo scenario più preoccupante. Ma a me non fa paura affrontare questo tema e spero sia così anche per i cittadini toscani. Non navighiamo a vista. Sappiamo ciò che dobbiamo fare, anche se abbiamo a che fare con una materia delicata e complessa. Insomma ci stiamo attrezzando per le cure e per fornirle al meglio. C’è chi voleva fermare il virus ai confini nazionali. Io mi accontento di cercare di fermarlo alle soglie degli ospedali. Ma occorre far passare la paura, che è la peggiore nemica della gestione delle situazioni come questa”.

L’ordinanza è stata firmata nel pomeriggio da Enrico Rossi dopo un ulteriore confronto con l’unità di crisi regionale che si è costituita in queste ore.

In risposta alla circolare del Capo dipartimento della protezione civile su Misure operative di protezione civile per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, infatti, il presidente Enrico Rossi ha anche emesso oggi (4 marzo) un’ordinanza in cui, visto l’evolversi della situazione epidemiologica, definisce la struttura organizzativa di livello regionale con cui raccordarsi, sia a livello nazionale che locale.

Con l’ordinanza viene attivata l’unità di crisi regionale, per affrontare con la massima efficacia l’emergenza in corso e adottare in tempi celeri le decisioni più opportune e necessarie. L’unità di crisi, in modalità permanente, è composta da presidente della giunta regionale che la convoca e la presiede; direttore della direzione della difesa del suolo e protezione civile, al quale è attribuito il coordinamento in caso di assenza del presidente della giunta regionale; direttore della direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale; dirigente del settore prevenzione collettiva, individuato come responsabile sanitario regionale per l’emergenza; rappresentante della prefettura di Firenze, anche allo scopo di garantire il raccordo con le altre Prefetture – Utg del territorio regionale; rappresentanti delle altre Prefetture – Utg coinvolte; rappresentanti della Città metropolitana di Firenze e delle Province coinvolte; sindaci dei Comuni coinvolti.

Sono invitati a partecipare alle riunioni dell’unità di crisi regionale anche i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere. L’unità di crisi si avvale di una task force sanitaria, coordinata dal direttore regionale della direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale ed è composta dal responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid-19 e dai direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere.

La Sala operativa regionale per l’emergenza in atto è costituita dalla Soup, integrata con il referente sanitario delle grandi emergenze, e opera in stretto raccordo con l’unità di crisi regionale.

L’unità di crisi regionale e la Sala operativa regionale asscurano il recepimento delle misure contenute nella circolare del capo dipartimento della protezione civile. 

 

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