Sostegno a famiglie e imprese, Potere al Popolo: “Solo briciole per gli ‘invisibili'”

Da sinistra: "Fondi al lumicino per aiutare le famiglie in difficoltà nella manovra del Comune"

“Milioni alle imprese, agli altri le briciole”. È questo il commento di Potere al Popolo di Lucca alla manovra del Comune per il sostegno a famiglie e imprese e approvata dal Consiglio.

“Durante il consiglio comunale tenutosi il 12 maggio – dice Palp – si è parlato (molto) delle misure di rilancio per le imprese, e poco dei fondi previsti per supportare le famiglie in difficoltà. Mentre la maggioranza si è prodigata a lungo su tagli lineari alla Tasi, Tosap (tassa occupazione degli spazi e aree pubbliche), sull’eliminazione incondizionata della tassa di soggiorno e la gratuità prevista per i parcheggi Palatucci e Carducci, quello che non emerge invece sono i fondi previsti per i lavoratori e i disoccupati che a causa del lockdown si sono trovati in difficoltà”.

“Siamo ben consci – dicono da Palp – che le piccole attività a conduzione familiare o semifamiliare, già colpite dalla crisi e da costi spesso ingiusti, in questo momento necessitano di una boccata d’ossigeno, e ben venga ogni misura in questo senso.  Ci chiediamo però allora se non fosse stato possibile diversificare le agevolazioni, magari tenendo conto dell’effettivo fatturato e della condizione con cui sono trattati i lavoratori e le lavoratrici, e se non fosse stato possibile escludere i grandi evasori e gli imprenditori “pizzicati” a sfruttare sistematicamente lavoro a nero”.

“Le persone che in questi mesi ci hanno contattato per ottenere i pacchi spesa – dice Palp – ci parlano, oltre che del consueto e vergognoso ritardo della cassa integrazione, anche dell’impossibilità di accedere ai buoni pasto, alla Naspi, al bonus di 600 euro previsto per i lavoratori stagionali: la motivazione è il lavoro nero, spesso sottopagato, che non ti permette di cumulare i contributi necessari per poter richiedere forme di sussidio. Oltre il danno la beffa: il tuo datore di lavoro ha risparmiato non versandoti i contributi, ti ritrovi disoccupato in condizioni di indigenza e non avrai diritto nemmeno a quella miseria che ti spetterebbe per legge, mentre il tuo datore non solo si è arricchito risparmiando sui tuoi contributi, ma adesso implora lacrimevolmente contributi a pioggia dagli enti pubblici. Maggioranza e opposizione si rimbalzano accuse su chi e come avrebbe aiutato meglio gli imprenditori, ma la linea che emerge (o non emerge) è il completo disinteresse per le classi popolari“.

“A fronte dei 12 milioni previsti per le imprese – prosegue la nota – si parla di soli centomila euro stanziati per famiglie in difficoltà, bloccati per adesso in un fondo di mutuo soccorso che a 3 mesi dall’inizio del lockdown ancora non ha erogato un solo aiuto concreto alle persone che oggi non sanno cosa mangiare. Una miseria per di più fuori tempo massimo, se pensiamo a quante persone si sono da subito rivolte per fare richiesta dei buoni spesa e per il contributo straordinario sugli affitti”.

“Nella città che punta quasi tutto sul turismo e sui grandi eventi – si legge ancora – l’amministrazione non vede il dietro le quinte: i precari, i lavoratori stagionali che chissà se e quando saranno in grado di riprendere a lavorare, ma anche il “mondo di sotto”, fatto da chi viveva già ai margini della società, anche ben prima della crisi scatenata dall’epidemia, eppure da sempre accanto a noi.  Chi ha avuto il “privilegio” di un lavoro continuativo e assicurato potrà (forse) contare su una cassa integrazione che impiega mesi interi ad arrivare, chi è stato regolarmente assunto questo anno in un settore stagionale potrà (un giorno) contare sui 600 euro previsti dal decreto Cura Italia”.

Quale destino spetta invece agli invisibili, che pure vivono insieme a noi?
 – conclude Palp – Solo poche settimane fa abbiamo parlato del caso di “Roberto” e dei suoi ex coinquilini: sembrerebbe che per i lavoratori in nero, le badanti e le colf e per gli indigenti in generale sarà prevista qualche forma di sussidio, a patto di avere una residenza italiana. Sarebbe forse chiedere troppo di concedere la residenza fittizia per i senza fissa dimora presso il nostro comune? Perché quando lo abbiamo chiesto in una lettera aperta settimane fa l’amministrazione ci ha ignorato?”.

 

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