Pestaggi politici e cori nazisti, nei guai in 14 foto

di Roberto Salotti
Presi di mira e picchiati sono per il taglio di capelli, o per il modo di vestirsi. Costretti a evitare i locali frequentati da un branco di giovani, accusato di pestaggi tra la Valle del Serchio e la Garfagnana, alcuni dei quali di chiara matrice politica, stando ai carabinieri che dopo lunghe e difficili indagini hanno denunciato 14 persone, tra cui una ragazza residente della Piana. Tutti giovani tra i 18 e i 26 anni, gli altri, abitanti tra Ghivizzano, Diecimo, Borgo a Mozzano, Castelnuovo e Molazzana. Tutti a vario titolo accusati di lesioni aggravate dai futili motivi, lesioni gravi o gravissime. A cinque di loro, invece, i carabinieri della compagnia di Castelnuovo, guidati dal capitano Paolo Volontè, contestano anche l’apologia del fascismo e l’istigazione all’odio razziale. Nel corso di una delle otto aggressioni che gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Lucia Rugani, attribuiscono a vario titolo a tutto il resto del branco, giovani skinheads vicini agli ambienti della destra, hanno intonato cori inneggianti ad Hitler. Un gruppo di giovani teste rasate, che secondo i carabinieri, aveva imposto la propria supremazia su molti altri frequentatori di locali e feste paesane: 14 ragazzi indagati a piede libero con accuse gravi.

Dietro l’ombra anche della matrice politica, visto che alcuni di loro sono personaggi vicini agli ex Bulldog, l’ormai disciolto gruppo di ultras della Lucchese, che negli anni scorsi è stato accusato di alcune aggressioni di stampo fascista e di altri episodi legati al tifo violento.
In pochi mesi, dopo un escalation di episodi cominciati con una aggressione il 1 maggio di un anno fa, a Fornaci di Barga, erano riusciti a terrorizzare giovani frequentatori dei locali, facendo della provocazione e della prevaricazione la loro arma di battaglia. Agendo sempre in gruppo e quasi sempre con lo stesso copione. Spedendo all’ospedale con una prognosi superiore ai 40 giorni un ragazzo di 26 anni e un uomo di 36: entrambi accerchiati dal gruppo e pestati a sangue, davanti ad un locale di Molazzana il primo, e alla festa di Halloween al Ciocco il secondo.
I primi episodi. Le indagini dei carabinieri cominciano dopo un’aggressione a tre ragazzi nel corso della festa del Primo maggio a Fornaci di Barga. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, si sono affrontati due gruppi contrapposti di giovani. Cinque, sei persone vicine agli ambienti di destra, hanno provocato un altro gruppo di ragazzi, reo di aver guardato male uno di loro. Tre le vittime del pestaggio, prese a schiaffi e a pugni. Fortunatamente, stavolta, senza gravi conseguenze. Ma i militari iniziano ad indagare per ricostruire come si sono svolti i fatti. Si trovano di fronte, tuttavia, giovani terrorizzati. Anche alcuni testimoni a stento riescono a raccontare cosa hanno visto. Lentamente, i carabinieri riescono a collegare questo episodio ad altri successivi, ancora più inquietanti.
Botte alla festa a Mont’Alfonso. L’episodio successivo avviene nel corso di una festa organizzata alla Fortezza di Mont’Alfonso il 1 giugno del 2013. Nella calca un ragazzo spinge inavvertitamente un altro, che per tutta risposta inizia a provocarlo. L’altro non cerca guai e tenta di allontanarsi dopo essersi scusato ma mentre se ne sta andando è già accerchiato da altre cinque persone e alle spalle il suo aggressore lo colpisce alla nuca, mentre gli altri infieriscono. Rimedierà 20 giorni di prognosi per ferite al volto e una lesione al labbro.
Le aggressioni a Molazzana. Tre episodi nel giro di poche settimane: tre aggressioni davanti ad un locale nel comune di Molazzana che segnano un’escalation della violenza. La prima avviene la sera dell’8 giugno di un anno fa. Un ragazzo di 26 anni viene preso di mira da uno del branco. Va in scena lo stesso copione: provocazioni, battute pesanti, apprezzamenti sul modo di vestire e di tagliarsi i capelli. Poi, quando la vittima designata sta per allontanarsi, il branco interviene a bloccarlo e l’aggressore fionda il primo colpo. Sette i giorni di prognosi per le ferite riportate dal ragazzo. E giù cori nazisti e ancora minacce, insulti. Invece di allontanarsi la banda resta a godersi lo spettacolo. Lo fa – sostengono i carabinieri – per sfidare la propria vittima e i suoi amici, che vengono terrorizzati per fargli tenere la bocca chiusa. Perfino il gestore di un locale, che dopo alcuni episodi violenti si era rifiutato di far entrare quei giovani nel suo bar, è stato minacciato. “Sappiamo dove stai di casa e ti veniamo a cercare”, gli avrebbero detto alcuni membri della gang.
Il 16 giugno segue un’altra aggressione, nello stesso stile. Ormai una firma per i carabinieri che iniziano già a stringere il cerchio sulla banda. L’episodio più grave si verifica invece qualche giorno dopo. Siamo al 30 giugno, ancora a Molazzana: un altro 26enne viene pestato a sangue. Sarà dimesso dall’ospedale con una prognosi di 40 giorni.
Aggressione alla festa di Halloween. L’ultimo episodio contestato ai 14 giovani rinviati a giudizio risale al 1 novembre scorso. Lo scenario del pestaggio stavolta è una festa che si sta svolgendo al Ciocco, a Castelvecchio Pascoli. All’improvviso, tra la folla, cominciano le botte: nel mirino finisce un uomo di 36 anni. Ferito a suon di calci e pugni, riporta una prognosi superiore ai 40 giorni.
Le indagini. Una attività investigativa che è durata quasi un anno ma che ha già portato ai rinvii a giudizio. Non è stato facile tuttavia per i carabinieri raccogliere tutti gli elementi. A causa della reticenza di vittime e testimoni, evidentemente spaventati dall’atteggiamento e dalle intimidazioni della banda di picchiatori.
Le testimonianze choc. In effetti molti di loro hanno raccontato che la gang spesso non si allontanava nemmeno dopo l’aggressione. Anzi, alcuni hanno spiegato ai carabinieri che il branco continuava a fissare anche gli amici delle vittime con fare provocatorio. E’ per questo che alcuni di loro avevano cambiato abitudini, evitando i locali che sapevano frequentati dalla banda di giovani violenti. Uno di loro è appena 18enne, altri erano invece già conosciuti dalle forze dell’ordine per episodi simili. Le indagini della procura sono concluse, adesso rischiano tutti la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm.

 

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