Arrestata per due rapine: “L’ho fatto per mio figlio”

Era disperata dopo aver perso il lavoro e per aiutare il figlio, anche lui in difficoltà economiche, si è decisa a compiere due rapine. E’ questa la giustificazione che Stefania Lotti, 50 anni, di Lucca ma originaria di Cecina, ha dato agli agenti della polizia che l’hanno arrestata stamani (30 aprile), accusandola di essere l’autrice di due colpi a mano armata nella filiale della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci del 10 marzo scorso e all’ufficio postale di Marina di Cecina. Nella sua casa di Lucca, gli agenti hanno trovato anche la pistola con la quale la donna aveva minacciato i cassieri per farsi consegnare il denaro.

A mettere gli agenti della questura di Livorno e quelli del commissariato di Cecina sulla pista giusta i racconti dei testimoni della rapina alle Poste. Le persone che avevano assistito al raid erano riuscite ad appuntarsi parzialmente il numero della targa dell’auto dove la donna era stata vista salire dopo la rapina.
Le indagini hanno permesso di ricostruire la targa del proprietario e gli agenti sono risaliti così al legittimo proprietario, che altri non era che il convivente di Stefania Lotti. La donna, che corrispondeva alle descrizioni della rapinatrice fornite dai testimoni, era sembrata così la principale indiziata della rapina. La sua foto è stata così confrontata con le immagini del sistema di videosorveglianza all’interno dell’ufficio postale e con le immagini della rapina alla Banca di Credito Cooperativo, anche quest’ultima assaltata da una rapinatrice solitaria. E le indagini l’hanno incastrata.
A casa della donna gli investigatori hanno trovato non soltanto la pistola giocattolo utilizzata nelle due rapine ma soprattutto gli stessi abiti indossati per le rapine.
Dopo la rapina all’ufficio postale di Marina di Cecina – hanno ricostruito gli agenti – la donna, accortasi di essere stata scoperta e forse anche di essere stata ripresa dalle telecamere era uscita dai locali dell’ufficio postale per non farsi riconoscere con indosso il giubbino rovesciato, poi ritrovato all’interno della sua abitazione. E’ stata la donna poi a raccontare agli investigatori di aver deciso di colpire a Cecina dopo un raid a vuoto in una banca di Livorno.

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