Truffa all’Ascit sul carburante: 13 indagati

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di Roberto Salotti
Una maxi truffa ai danni dell’Ascit, la società municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Capannori e in altri quattro comuni, smascherata dalle minuziose indagini dei carabinieri di Lammari, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Mariotti. Dodici dipendenti della società, addetti alla movimentazione dei mezzi, sono accusati di peculato, truffa e uso indebito di carte di credito, insieme ad un addetto di un distributore di Lammari. La procura ha fatto notificare loro l’avviso di conclusione delle indagini su un presunto raggiro che, secondo l’accusa, andava avanti almeno da due anni e mezzo e che, con un meccanismo ben collaudato nel tempo, ha portato a truffare circa 80mila euro in carburante all’azienda, utilizzando la tessera dell’Ascit per gonfiare i rifornimenti o per fare benzina alle auto private, aggiungendo costi su costi per l’impresa pubblica, provocandole un danno economico rilevante. Il pm Mariotti si appresta comunque a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati.

Quattro dipendenti Ascit sono intanto stati colpiti anche dalla sospensione dall’attività lavorativa, due per due mesi e gli altri per 6 mesi, con un provvedimento firmato dal gip su richiesta del pm, sul cui tavolo sono finite da tempo le risultanze investigative dei carabinieri, dopo lunghi mesi di indagini delicate.
Un vero e proprio terremoto giudiziario che esplode nei confronti di alcuni dipendenti dell’azienda dei rifiuti capannorese, parte lesa nell’inchiesta appena conclusa.
Le indagini. L’inchiesta della procura era partita dopo un’indagine interna avviata dai vertici dell’Ascit già nel dicembre del 2012. Gli addetti alla contabilità della società dei rifiuti avevano infatti riscontrato incongruità tra l’entità dei rifornimenti e il chilometraggio dei mezzi. Tant’è che sono bastate veloci verifiche per convincere l’azienda a segnalare le circostanze all’autorità giudiziaria, con una denuncia formalizzata il 29 gennaio del 2013. Da qui è nata un’indagine “vecchio stile”, fatta di pedinamenti e osservazioni a distanza, che ha ricostruito un presunto giro impressionante tra alcuni dipendenti della società che con la complicità di un dipendente di un distributore di Lammari (secondo le indagini il titolare era invece all’oscuro di tutto), avevano trovato un modo per “ammortizzare” o in alcuni casi annullare le spese per i rifornimenti alle proprie auto private. Un’operazione che non a caso ha preso il nome di Full Gasoline.
Tessere aziendali, rifornimenti privati. I carabinieri di Lammari sono riusciti, in particolare, a ricostruire nel dettaglio gli spostamenti dei mezzi e i rifornimenti illeciti nell’arco temporale di tre mesi, analizzando minuto per minuto i video delle telecamere piazzate nell’area di rifornimento, dove i dipendenti truffaldini avevano trovato la loro spalla. In quel lasso di tempo sarebbero stati effettuati rifornimenti a mezzi privati o gonfiati i costi addebitati all’azienda Ascit per una cifra di circa 10mila euro. L’ipotesi dell’accusa, però, è che il raggiro andasse avanti almeno da un anno e mezzo, tanto che si parla di un danno presunto di circa 80mila euro.
Secondo quanto accertato, i dodici dipendenti indagati a vario titolo avrebbero utilizzato la fuel card aziendale per rifornire le proprie auto private, a volte presentandosi alla pompa di carburante, fuori orario di lavoro. In altri casi, con la complicità dell’addetto al distributore, avrebbero gonfiato i costi dell’effettivo rifornimento ai mezzi Ascit, facendo risultare spese fino a 70-80 euro in più.
Un litro di carburante per fare 700 metri. La disinvoltura con cui, secondo l’accusa, venivano compiute le truffe era impressionante. Tanto che, prima ancora che cominciasse l’indagine, dai documenti risultava un consumo fuori dal normale di carburante. Secondo i conti fatti dai carabinieri, da quello che emergeva dai documenti contabili taroccati da dipendenti e distributore, un mezzo di media grandezza dell’Ascit non percorreva più di 700 metri con un litro di carburante. Quando invece, a cose normali, quella quantità bastava a coprire più di due chilometri. Cifre apparse immediatamente incongruenti anche alla stessa azienda e numeri improbabili se confrontati con quelli dei mezzi condotti dai dipendenti onesti.
Le perquisizioni. Un copione giornaliero, secondo quanto ipotizzato dai militari che proprio stamani (25 giugno) hanno effettuato le perquisizioni a casa dei 13 indagati, acquisendo in alcuni case, materiale cartaceo e documenti che finiranno agli atti dell’inchiesta. L’operazione ha riguardato anche Montecatini Terme, San Giuliano Terme e Viareggio, dove risiedono tre degli accusati. In quattro casi sono state eseguite anche altrettante misure di sospensione dell’attività di pubblico servizio nei confronti di quattro dipendenti. Chiuse le indagini, ora è attesa la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm. Poi del caso deciderà il gup.
Ascit: soddisfatti dell’indagine. “Siamo soddisfatti dell’operato degli inquirenti che, su nostra segnalazione, hanno condotto un’attenta ed efficace operazione, che tutela l’azienda Ascit e i cittadini dei Comuni in cui svolgiamo il servizio di raccolta. Da controlli interni, infatti, erano emerse delle anomalie sul carburante. Abbiamo quindi fatto denuncia verso ignoti e provveduto a modificare il sistema di rifornimento dei mezzi di Ascit, in modo che l’accaduto non possa ripetersi”. A parlare è Maurizio Gatti, presidente Ascit, che da tempo è informato dell’indagine in corso da parte dei carabinieri di Lammari.
“E’ stata l’azienda a denunciare delle situazioni sospette – conferma Gatti –. Sapevamo dell’indagine da quasi due anni ma ovviamente non potevamo parlarne. Appena gli inquirenti si erano dotati delle prove di cui necessitavano, abbiamo introdotto un nuovo metodo di pagamento per il carburante dei mezzi di Ascit. Pertanto, posso già assicurare che simili azioni non potranno più verificarsi. In quanto presidente, sono anche contento di aver visto come funzionino i controlli interni e ringrazio tutti i nostri lavoratori che, con correttezza, ogni giorno svolgono un servizio di raccolta porta a porta importante e ben fatto per le comunità della Piana. Confidiamo nell’iter messo in atto dalla forze dell’ordine, che siamo certi porterà coloro che hanno compiuto furti contro Ascit a rispondere delle loro azioni. Ascit si conferma un’azienda sana ed anche efficiente dal punto di vista dei controlli”.

 

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