Maxi evasione, Tenucci nel mirino della finanza foto

Una presunta evasione fiscale di circa 6 milioni e 400 mila euro tra gli anni 2010 e 2012 e 800mila euro di imposte non pagate. E’ questa l’accusa che la guardia di finanza di Lucca muove ai soci dello storico negozio di abbigliamento per uomo Tenucci, in via Fillungo: si tratta dell’ex presidente di Confcommercio Umberto Tenucci e della moglie Carla Massei. Le accuse finora contestate ai due noti commercianti sono nate da un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Aldo Ingangi che stamani (24 febbraio) è sfociata nell’esecuzione di sequestri per un equivalente di 3 milioni e 700mila euro, come disposto dal gip del tribunale di Lucca.

I finanzieri hanno fatto scattare i sigilli ad alcune case e immobili di proprietà dei due noti commercianti lucchesi, marito e moglie, titolari della storica attività nel cuore del centro storico. La famiglia ha già dato incarico ad un legale di fare ricorso contestando i sequestri e le accuse emerse dall’indagine delle fiamme gialle del comando provinciale di Lucca che hanno comunque denunciato i due coniugi per la presentazione di dichiarazione infedele, ai fini Irpef ed Iva.
L’inchiesta è nata quasi per caso, nell’ambito di controlli di routine sull’emissione degli scontrini fiscali nelle attività commerciali del centro storico e della periferia cittadini. Nell’ambito di questi accertamenti, i finanzieri si sono insospettiti notando alcune presunte incongruenze sulle operazioni di pagamento attraverso bancomat e carta di credito e le relative contabilizzazioni degli incassi. E’ per questo che sono stati disposti ulteriori accertamenti e sono stati passati al setaccio i bilanci della storica attività del centro cittadino dal 2010 al 2012, verificando anche i movimenti sul conto corrente del negozio. Gli accertamenti ben presto sono stati estesi anche ai conti personali di marito e moglie, di cui sono state verificate anche le dichiarazioni dei redditi, ritenute non in linea con il tenore di vita e i beni posseduti, in particolare immobili e auto di lusso. Secondo l’inchiesta, sarebbero stati tracciati movimenti di denaro ingenti, per diversi milioni di euro. Per gli investigatori, si sarebbe trattato di parte dei ricavi dell’attività sottratti, secondo l’accusa, alla tassazione.
Gli incassi, secondo le accuse formulate, invece di essere correttamente contabilizzati dalla società e sottoposti quindi al prelievo fiscale, venivano “nascosti” e dirottati, sempre stando all’inchiesta, nei conti correnti personali intestati a marito e moglie. Il sospetto – da cui i commercianti potranno difendersi per dimostrare la loro buona fede – è maturato nei militari della guardia di finanza incrociando i flussi di denaro e i trasferimenti tra il conto della società e quello dei due soci, finiti al centro delle indagini.
Un lavoro certosino quello dei finanzieri che hanno ipotizzato complessivamente un’evasione fiscale di più di sei milioni di euro. Tra le contestazioni, comunque, ci sarebbero anche altri 800mila euro di imposta sul valore aggiunto che, per l’accusa, sarebbe stata evasa. Gli atti d’inchiesta sono finiti sul tavolo del pm titolare delle indagini che ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale di procedere in un sequestro di beni per equivalente. I sigilli sono scattati ad alcuni beni immobili riconducibili ai soci. Contro questo provvedimento il legale incaricato dalla società si appresta a fare ricorso.
La notizia dell’indagine che ha colpito lo storico negozio ha fatto presto il giro della città, ma i titolari preferiscono al momento non commentare. L’attività dei Tenucci affonda le sue radici nella stessa storia del commercio cittadino, già nell’800.

Roberto Salotti

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