Liceo musicale, mobilitazione per i docenti a rischio

E’ unanime il coro dei diciassette docenti del liceo musicale di Lucca che a causa del nuovo bando di concorso della Buona Scuola il prossimo anno rischiano di perdere il posto nella scuola che hanno contribuito a fondare.
“Da settembre infatti – spiegano gli insegnanti – dopo che il ministero dell’istruzione ha previsto l’inserimento di nuovi insegnanti sulle nuove classi di strumento musicale senza riservare alcun posto ai precari storici – i docenti che hanno contribuito alla nascita e alla crescita dei licei musicali potrebbero perdere la possibilità di continuare a insegnarvi”.

Selezionati a suo tempo con un bando del liceo in cui si richiedevano alti standard artistici e professionali, negli ultimi anni questi docenti hanno messo a servizio della scuola la loro esperienza, il loro lavoro, il loro tempo e molti sacrifici, ritrovandosi oggi a vedere tutta questa fatica sfumare.
Come spiega Fabio Rogai, docente storico di strumenti a percussione, “prima di quel bando nei licei italiani non esisteva la figura dell’insegnante di strumenti musicali e Lucca è stata una delle prime città ad avere insegnamenti del genere, scelta addirittura come modello, come linea guida per tutti gli altri licei dello stato”. “Per anni abbiamo rinunciato a ruoli di prestigio in conservatorio pur di continuare ad insegnare in questa scuola – continua Rogai – io stesso che abito a Firenze mi sono trovato ogni giorno a buttare animo e corpo in questo lavoro, ma adesso che fine faranno tutti i miei investimenti?”.
“Abbiamo ottenuto questo ruolo grazie ai nostri meriti artistici – spiegano gli insegnanti – ma adesso che con il nuovo bando potrà accedere chiunque, noi verremo buttati nel calderone insieme ai neolaureati e a chi ha meno esperienza e riconoscimenti di noi, noi che questa scuola l’abbiamo creata e fatta crescere”.
“Se perdiamo il posto e ci trasferiamo in altre città – spiega Paolo De Felice, insegnante di pianoforte – oltre al notevole disagio a cui andremo incontro, tutto ciò che è stato seminato in questi anni andrà perduto”.
Gli insegnanti si sentono adesso privi di tutela e di riconoscimento di un lavoro altamente professionale che, come ricordano, è stato preso a modello addirittura a livello nazionale. A questo proposito non solo i docenti ma anche gli studenti, i genitori e il personale Ata hanno fatto una raccolta firme – consegnate questa mattina in prefettura – in cui si chiede che tutto il lavoro fatto in questi anni venga riconosciuto dallo stato senza che gli insegnanti debbano sottoporsi ad una ulteriore prova concorsuale che metterebbe in discussione e a rischio la professionalità di cui lo stesso stato si è avvalso in questi anni.
“Non sono insegnanti come tutti gli altri – spiega Yuri, studente del quarto anno – facendo ogni giorno lezioni individuali instauriamo con loro un vero e proprio rapporto, perdere una figura così importante, soprattutto per noi che siamo all’ultimo anno, non è certo positivo”.
“Penso che lo stato dovrebbe tutelare tutti allo stesso modo senza penalizzare nessuno – dice Andrea Azzurra, una delle rappresentanti d’istituto – non so che dire, ho dentro solo tanta tristezza”.
Michele Sarti Magi, presidente del comitato scolastico lucchese e attivista 5 stelle – nonché studente del liceo – ha contattato il ministero dell’istruzione esponendo il problema, cercando così di trovare maggior aiuto possibile.
Ma sono in molti quelli che stanno cercando di mobilitarsi per cambiare la situazione. “Questa è una scuola valida e conosciuta in tutta Italia– si lamenta Paola Fornaini, rappresentante dei genitori dell’istituto – ci siamo già battuti lo scorso anno per far avere due classi prime anziché una, combatteremo anche stavolta per far restare i professori”.
La data di scadenza per accedere al nuovo bando – bando a cui potranno partecipare solo esclusivamente coloro che sono abilitati, altro elemento di disagio- è il vicinissimo 30 marzo, e proprio per tale motivo gli insegnanti sono molto preoccupati visto che il problema è “sul tavolo” ma non hanno ricevuto ancora nessuna garanzia.

Giulia Prete

 

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