Bruciata dall’ex, autopsia per chiarire ultimi dubbi

Gli ultimi dubbi sulla morte di Vania Vanucchi, li scioglierà con tutta probabilità l’autopsia. Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Pezzuti, dopo aver ricevuto sul proprio tavolo i risultati delle indagini della squadra mobile di Lucca, guidata dalla dottoressa Silvia Cascino e i primi elementi raccolti dal sostituto procuratore Piero Capizzoto, infatti, ha affidato in mattinata l’incarico per l’esame autoptico della salma della 46enne al dottor Stefano Pierotti, medico legale della Asl Toscana Nord Ovest.

L’esame si terrà domani (5 agosto) nel primo pomeriggio alla medicina legale dell’ospedale di Pisa. Con l’esame il giudice richiede, per quanto possibile, di individuare le cause della morte dell’operatrice sanitaria, da cosa la morte è stata provocata e, come da formula di rito, ogno elemento utile a ricostruire l’episodio delittuoso. In particolare, al di là della dinamica dell’evento (la donna è morta a seguito delle ustioni riportate sul 90 per cento del corpo), ci sarà da capire se ci sono elementi di prova che contraddicano le prime dichiarazioni di Pasquale Russo, il 46enne dipendente di Manutencoop accusato dell’omicidio della donna e in carcere al San Giorgio, che ha dichiarato sì di aver svuotato la tanica di benzina sul corpo della donna ma non di aver acceso la scintilla che poi ha portato al divampare delle fiamme.
Si tenterà di capire, insomma, se e dove è partito l’incendio del corpo di Vania, come si è diffuso e tutto quanto possa risultare utile alla ricostruzione precisa di quanto è accaduto davanti al magazzino dell’ex ospedale di Campo di Marte.
Intanto è fissato per domani anche l’interrogatorio di garanzia di Pasquale Russo, indagato per omicidio volontario, davanti al gip Giuseppe Pezzuti. L’uomo, assistito dall’avvocato del foro lucchese, Gianfelice Cesaretti, sempre se non si avvarrà della facoltà di non rispondere, dovrà raccontare per l’ennesima volta, dopo averlo fatto in questura e davanti al Pm, peraltro con versioni in parte contrastanti, cosa è successo il pomeriggio del 2 agosto e cosa è successo in quei pochi attimi che sono passati dall’incontro con la sua ex e le fiamme mortali. Da capire se l’uomo manterrà la versione dei fatti, secondo cui si sarebbe limitato a cospargere di benzina la donna ma non a provocare le fiamme oppure se modificherà le sue dichiarazioni. L’uomo dovrà poi spiegare anche altri elementi che restano al momento avvolti nel mistero: la questione del cellulare, che la donna aveva denunciato come rubato, riapparso all’interno della Fiat 500 di Vania e anche alcuni precedenti di stalking e minacce mai denunciati ma che potrebbero costituire un movente valido per l’aggressione mortale di martedì.

Enrico Pace

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