Sequestrata casa alla cancelliera accusata di peculato

Era stata sospesa nel luglio scorso la cancelliera del tribunale di Livorno, originaria di Firenze ma residente in Lucchesia e impiegata nelle esecuzioni mobiliari del tribunale labronico: accusata di peculato e di soppressione, distruzione e occultamento di atti giudiziari, ora è stata colpita da un altro provvedimento . Le indagini dirette dal sostituto procuratore Massimo Mannucci ed eseguite dai militari delle Fiamme Gialle distaccati della sezione di pg della Procura di Livorno, hanno fatto scattare nei suoi confronti anche un sequestro di un immobile, una villetta di 158 metri quadrati alla periferia di Lucca.

L’inchiesta aveva consentito di accertare che la donna, sfruttando il suo ruolo di pubblico ufficiale e avendone per ragioni d’ufficio la disponibilità, si appropriava, in più occasioni, sin dal 2005, di denaro contante, titoli di credito e libretti di deposito bancario intestati a terzi, per una cifra complessiva di oltre 230 mila euro. In alcuni casi, stando all’accusa, la funzionaria monetizzava titoli o libretti depositati nelle singole procedure versando le corrispondenti somme in ulteriori procedure in favore di creditori pignorati, con l’obiettivo, sostengono gli investigatori, di coprire gli ammanchi.
A seguito delle perquisizioni, risalenti alla scorso anno, erano emerse responsabilità per sottrazione di atti giudiziari, visto che i finanzieri aveva rinvenuto, nell’abitazione dell’indagata e nell’autovettura in uso alla stessa, copiosa documentazione, anche in originale – costituita, prevalentemente, da fascicoli giudiziari e altri atti pubblici
sottratta dagli Uffici giudiziari dove la stessa aveva prestato servizio nel tempo.
Altre responsabilità a carico all’indagata erano state ipotizzate per ricettazione dopo che era stata trovata con un documento di identità di una persona non coinvolta nelle indagini e il cui smarrimento era stato denunciato. La donna era finita nei guai anche per truffa aggravata per aver chiesto e ottenuto con l’inganno da una anziana di 79 anni, la cifra di 30 mila euro, parte dell’eredità ottenuta della morte della figlia.
All’esito degli ulteriori accertamenti svolti e dell’esistenza di una segnalazione di operazione sospetta che evidenziava l’avvenuto smobilizzo di quote in fondi comuni di investimento cointestate con il marito il gip ha ritenuto sussistente il pericolo della perdita dell’erario di recuperare l’ingiusto profitto, disponendo il vincolo cautelativo di beni fino a concorrenza dell’importo di 107.000, pari alle somme in contanti depositate nelle mani della funzionaria dai vari debitori nel corso delle procedure esecutive, ovvero all’ufficiale giudiziario nell’ambito della diversa procedura.
E’ stata così sottoposta a sequestro, con il supporto della Compagnia della Guardia di Finanza di Lucca, sino all’ammontare del suddetto importo, un’unità immobiliare di 158 metri quadrati, dal valore complessivo di 300mila euro, che si trova in una frazione della città.

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