Chiudono le dipendenti in bagno e rapinano le Poste foto

di Roberto Salotti
Hanno sentito dei rumori provenire dal retro, il cigolio della saracinesca scorrevole e poi la porta che si apriva. Ma non hanno fatto nemmeno in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo. Le tre dipendenti dell’ufficio postale di Nave, sulla via Sarzanese, si sono ritrovate di fronte due rapinatori travisati, uno dei quali con una pistola – non si sa se vera o giocattolo – che li minacciavano. Un incubo per le cassiere: minacciate e poi fatto entrare in bagno e chiuse a chiave dai banditi che, in meno di cinque minuti, sono riusciti a svuotare la cassaforte del bancomat temporizzata, di cui hanno atteso l’apertura a tempo, e delle casse agli sportelli. Ripresi dalle telecamere di sicurezza interna, hanno fatto razzia di tutto, fuggendo con un bottino ingentissimo, che si aggira intorno ai 120mila euro.

Un colpo da manuale, realizzato dai due rapinatori poco prima delle 13 di oggi (30 settembre). I malviventi devono aver atteso la chiusura dell’ufficio postale per arrivare con una Panda di color beige sul retro delle Poste dove si trova anche un parcheggio riservato alla corte. Da qui sono riusciti a entrare, dopo aver forzato con un cacciavite la saracinesca dell’ingresso e aver aperto la porta che le dipendenti hanno detto di trovarsi chiusa.
Dipendenti chiuse in bagno. Così sono apparsi alla tre donne: prima le hanno minacciate e costrette a farsi da parte, in un angolo, mentre, sempre tenendole sotto la minaccia della pistola, ripulivano l’ufficio postale.
Poi, prima di allontanarsi le hanno spinte nel bagno, dove le hanno chiuse a chiave. Le tre dipendenti terrorizzate li hanno visti uscire nel parcheggio dal vetro della finestra e quando sono state certe che si fossero allontanati hanno iniziato a gridare: “Aiuto, aiuto”.
Il racconto della vicina. In quei minuti, una giovane badante (nella foto a fianco, ndr) che si trovava ad accudire un anziano che vive vicino al retro della Posta, ha udito quelle voci disperate. Ed è uscita: “Prima ho sentito dei rumori – racconta la donna subito dopo la rapina -, poi sono uscita a controllare cosa stesse accadendo ed ho sentito le grida delle donne che chiedevano disperatamente aiuto. Ho subito capito che provenivano dall’ufficio postale e sono entrata: la saracinesca e la porta erano aperte. Ho trovato quelle tre donne nel bagno, dove erano stato rinchiuse. Tutte e tre molto spaventate. Ma non ho visto i rapinatori”. Che se la stavano già dando a gambe.
E’ stata lei a dare l’allarme, cercando di confortare le tre cassiere, una delle quali, in forte stato di choc, è stata accompagnata per precauzione al pronto soccorso da un’ambulanza fatta arrivare dai carabinieri. I militari di San Concordio, quelli del Norm e del reparto operativo indagano sulla rapina, che appare un colpo studiato fin nel minimo dettaglio.
Le indagini. Nulla, infatti, sembra essere stato lasciato al caso dai rapinatori, che forse hanno agito con l’aiuto di un ‘palo’. Sono comunque andati a colpo sicuro: sapevano che sul retro c’era un ingresso secondario all’ufficio postale e da lì hanno fatto la loro entrata in scena. Sorprendendo le dipendenti nel momento della chiusura e poco dopo che avevano riempito di denaro la cassaforte del bancomat per il fine settimana.
Sulla saracinesca gli uomini della scientifica dei carabinieri hanno trovato segni di effrazione e sono rimasti a lungo al lavoro per cercare tracce o impronte utili per le indagini. Ma gli scaltri rapinatori indossavano guanti e calzavano passamontagna, per non farsi in alcun modo riconoscere.
Le ricerche sono scattate immediatamente su tutto il territorio, con l’intervento anche di una squadra di carabinieri in moto, che ha battuto la Sarzanese in lungo e in largo, passando al setaccio anche le aree interne.
Nel frattempo, altri militari hanno raccolto le testimonianze delle dipendenti minacciate: due di loro pur sotto choc sono rimaste nell’ufficio postale e dopo essersi riprese hanno raccontato ai carabinieri come si sono svolti i fatti. “Abbiamo sentito un rumore sul retro dell’edificio, poi ci sono apparsi davanti due uomini, uno dei quali con una pistola. La porta e la saracinesca erano chiuse – hanno detto ai carabinieri -, le hanno aperte i ladri”.
I malviventi, una volta all’interno, hanno agito con freddezza: “State ferme e non vi accadrà nulla”, hanno ordinato puntando la pistola contro le commesse. Loro, terrorizzate, non hanno fatto un passo mentre i ladri ripulivano le casse. Poi sono state chiuse nel bagno, da dove poi sono riuscite a dare l’allarme.

 

 

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