Insegnante raggirata dalla madre di una ex alunna

Era rimasta colpita dall’atteggiamento della madre di una sua alunna, con la quale era nato un rapporto di amicizia quando l’insegnante, 62 anni di Lucca, lavorava nella scuola elementare frequentata dalla bambina. Almeno le sembrava che quel rapporto nato in un momento piuttosto difficile fosse amicizia, perché infatti quando si era trovata in difficoltà con il lavoro, la madre della studentessa si era sempre dimostrata disponibile ad ascoltarla e anche ad aiutarla, come poteva. Ma la donna, 41 anni, di origini sarde e residente a Lucca, una volta conquistata la fiducia della maestra, era riuscita a ‘spolparla’, facendosi consegnare gran parte dei suoi risparmi con le scuse più disparate e poi minacciandola quando, ridotta sul lastrico, reclamava la restituzione del denaro.

Secondo la procura – che l’ha iscritta nel registro degli indagati per circonvenzione di incapace -, approfittando di una grave forma di depressione diagnosticata alla docente, dopo la perdita del lavoro, la madre dell’ex alunna, in pochi mesi, si sarebbe fatta consegnare oltre 30mila euro dalla 62enne. Di fatto riducendola sul lastrico e, per l’accusa, aggravando le sue precarie condizioni.
Adesso le indagini sono concluse e la procura si appresta a richiedere il rinvio a giudizio della 42enne, che, per l’accusa, con l’aiuto del marito, si era fatta consegnare il denaro, in contanti o attraverso bonifici in banca fingendo perfino di volersi mettere in proprio e acquistare dalla titolare dell’impresa di pulizie dove lavorava l’azienda stessa, per proseguire, diceva, un redditizio appalto per le pulizie a Camp Derby e in alcuni residence di Tirrenia.
All’inizio, secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, sulla base della denuncia poi presentata dall’insegnante, le richieste erano di poche centinaia di euro. La prima volta la madre della sua ex alunna le aveva chiesto 350 euro per pagare la rata della macchina, dopo aver spiegato che lei e il marito, un 44enne di origini marocchine, si erano trovati in difficoltà economiche. Qualche tempo dopo, invece, andandola a trovare aveva raccontato un’altra menzogna per impietosire l’insegnante. Aveva spiegato che la titolare dell’impresa di cui era dipendente intendeva cedere l’attività e che per lei subentrare sarebbe stata l’occasione della vita. Fu così che grazie a quegli argomenti piuttosto convincenti l’insegnante si decise a consegnare alla donna 6 mila euro per l’avvio della nuova attività. Ovviamente, sempre con la promessa che il denaro le sarebbe stato restituito.
Ma le richieste non finirono a quel punto. Qualche tempo dopo la madre dell’ex alunna si lamentò che le cose non andavano come desiderato, perché, disse, avviare un’impresa al giorno d’oggi non è facile. Così arrivarono altre richieste di denaro alla malcapitata maestra: da quelle per l’affitto, fino alla rata della macchina o per la manutenzione del furgone della ditta. Soldi che in qualche caso andava anche a ritirare il marito della donna, secondo l’accusa, il quale sarebbe stato al corrente del raggiro.
Quando verso il febbraio-marzo del 2017 la maestra, ormai fortemente esposta nei confronti della famiglia dell’ex alunna, reclamò la restituzione del denaro, scoprì che quelli che aveva davanti non erano amici. Ma persone senza scrupoli, che la minacciarono di denunciarla, facendole credere che nessuno, nelle condizioni in cui si trovava, avrebbe creduto a lei. Fino a che la donna non si decise, comunque, a sporgere querela nei confronti di marito e moglie che le avevano ripulito il conto in banca.

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