Molestata e minacciata, violentatore alla sbarra

Aveva tentato di violentarla in camera da letto nella stessa casa dove viveva anche il padre, minacciandola, se non si fosse concessa, a picchiare lei, i suoi familiari e chiunque le fosse stato vicino, trascinando la giovane donna, residente in Lucchesia, in un vero e proprio incubo. Fatto di ansia, terrore e prostrazione psicologica. Ma nonostante la sua vita fosse diventata una calvario la donna, per allontanare da sé il suo molestatore, che la perseguitò per circa un mese dal dicembre 2012 al gennaio 2013, aveva trovato la forza di denunciarlo. Il sostituto procuratore Antonio Mariotti aveva aperto un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati un 43enne nato a Viareggio ma residente a Massarosa che questa mattina (7 giugno) è comparso di fronte ai giudici in tribunale a Lucca, in composizione collegiale.

L’udienza, appena aperta nell’aula del Galli Tassi, è stata subito rinviata al 21 giugno per un impedimento dell’avvocato difensore. Per la vittima si è aperta una nuova fase piuttosto delicata nella quale sarà chiamata, purtroppo, a rivivere quei trenta giorni d’inferno.
Il suo molestatore l’aveva presa di mira per costringerla a concedersi in un rapporto sessuale e minacciandola di pestarla a sangue se avesse continuano a negarsi. Spiegando che non si sarebbe fermato davanti a nulla, nemmeno di fronte ai parenti. E infatti, dopo averla tempestata di telefonate, si presentò anche nella casa del padre, dove la donna viveva. Stando all’accusa una volta qui pretese di fare sesso con la donna e iniziò a molestarla. Alla fine, non riuscì nel suo intento ma l’uomo non si arrese e arrivò a minacciarla di altre conseguenze se avesse denunciato l’accaduto ai carabinieri. Per lei iniziarono giorni di terrore, tempestata di sms e telefonate minatore. Fino a quando si decise a presentarsi in caserma a denunciare il suo molestatore.

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