Roghi boschivi, coordinamento volontari difende ruolo

Il coordinamento del volontariato toscano difende l’attività dell’antincendio boschivo. Con una lettera alla prefettura di Firenze e ai vertici dei vigili del fuoco il presidente Gabriele Salvadori interviene così nel dibattito sollevato dal sindacato Conapo.

“Premettiamo subito – dice Salvadori – che, come cittadini, non possiamo che condividere le preoccupazioni dei vigili del fuoco sulla carenza di organico e sulla vetustà dei loro mezzi, visto che l’insostituibile e pregevole lavoro svolto da questi professionisti è indirizzato all’incolumità dei cittadini, materia nel quale i tagli e i disservizi si pagano a volte in termini di vite umane. Riteniamo però profondamente sbagliato accostare tale attività alla materia degli incendi boschivi. Prima di tutto è utile chiarire che, contrariamente a quanto affermato in più occasioni da fonti dei vigili del fuoco, la competenza  sugli incendi boschivi non è mai tornata in seno al Corpo nazionale vigili del fuoco. I vigili del fuoco, con gli adeguamenti normativi seguiti alla soppressione del Corpo forestale dello stato, hanno acquisito alcuni dei compiti che erano del Corpo forestale. In Toscana da molti anni questi non riguardavano la lotta attiva, e la vigente legge quadro sugli incendi boschivi 353/2000 chiarisce come sia compito delle Regioni organizzare un adeguato servizio antincendi boschivi. Lo stesso comunicato del Dipartimento protezione civile a proposito della campagna antincendi 2018 pubblicato in Gazzetta ufficiale 137 del 15 giugno 2018 ribadisce fortemente il ruolo centrale delle Regioni in questa attività”.
“A differenza di altre amministrazioni regionali – prosegue la nota – la Toscana da decenni si è impegnata nell’organizzazione di un efficiente servizio antincendi boschivi, costituito da enti e strutture diverse che a vario titolo e con ruoli diversi, interviene sugli incendi. Per la parte operativa un ruolo centrale lo riveste il volontariato da noi rappresentato che, con 135 sedi e circa 4500 volontari formati e attrezzati, costituisce oltre l’80 per cento del personale operativo. Stiamo parlando di persone che si impegnano in questa attività senza alcun rimborso. Molti di loro hanno una esperienza decennale negli incendi di bosco, approfondita da continui corsi di formazione specifici alla scuola regionale Aib di Monticiano, e che possono tranquillamente essere considerati dei veri e propri professionisti dell’Aib non retribuiti”.
“Ma parliamo di costi – prosegue Salvadori – La Regione Toscana eroga ai vigili del fuoco una somma di 400mila euro per il pagamento del personale che partecipa alle sale operative, per l’apertura del distaccamento all’Isola del Giglio e per una squadra di 5 persone, dalle 8 alle 20 a Castiglion della Pescaia che costa, da sola, ben 45mila euro. Se il soccorso tecnico urgente sul territorio nazionale è materia statale, evidentemente l’Isola del Giglio non deve farne parte se deve essere la Regione Toscana ad assicurare il servizio su una porzione di territorio italiano abitata e piena di turisti. E cosa dire confrontando il costo della squadra dei vigili del fuoco di Castiglion della Pescaia con le 135 sedi del volontariato Cvt, pronte ad intervenire con uomini e mezzi 24 ore su 24? Il costo di un tale servizio, se calcolato con questi parametri, dovrebbe essere di 6.075.000 euro, mentre la somma erogata al Volontariato è di poco superiore al doppio di quella erogata ai vigili del fuoco, arrivando a coprire appena il 20 per cento delle spese vive del volontariato (carburante, assicurazioni, attrezzatura). Il resto delle spese di gestione, di  ammortamento mezzi, manutenzione e affitto sedi, acquisto dispositivi di protezione individuale, visite mediche, investimenti e aggiornamenti attrezzature, deriva dal sacrificio dei volontari che, donando gran parte del proprio tempo libero, si impegnano in raccolte fondi, servizi vari, campagna 5×1000 e altro. Per tale motivo riteniamo profondamente sbagliato il tentativo di  tilizzare un problema stagionale come quello degli incendi boschivi per cercare di ottenere risorse da impegnare nel servizio tecnico urgente. Vorremmo anche sottolineare come gli incendi di bosco, per la natura del combustibile e la tipologia di incendio, debbano essere trattati come materia di pianificazione forestale, prevedendo anche interventi preventivi che evitino quanto sta accadendo adesso in California e Portogallo o il disastro con grande perdita di vite umane accaduto in Grecia a luglio. Tale materia è del tutto estranea alla cultura dei vigili del fuoco, ben specializzati in interventi complessi di altra natura. Ce lo dicono anche le statistiche del 2017 prodotte dal Dipartimento protezione civile. Osservando le superfici medie percorse per ogni  incendio, che rappresentano l’indicatore dell’efficienza di un sistema antincendi, vediamo che le Regioni che hanno affidato ai vigili del fuoco la gestione del servizio Aiv hanno avuto superfici bruciate medie da 5 a 15 volte quelle percorse in Toscana”.
“Le difficoltà dei vigili del duoco a rispondere al loro ruolo istituzionale – sono le valutazioni di Salvadori – dovute a carenza di organico e di mezzi sono evidenti, e spesso è proprio il Sistema regionale antincendi boschivi a venire in loro aiuto sugli incendi di vegetazione (competenza dei vigili del fuoco), mentre i vigili del fuoco, in virtù di un accordo di reciproco supporto operativo, danno una mano negli incendi di bosco. Dobbiamo tenere presente che anche un incendio di dimensioni contenute di 1-2 ettari necessita di un impegno di 10-20 operatori che si prolunga a volte per giorni. Tale impegno non è nemmeno lontanamente sostenibile dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco e metterebbe in crisi la capacità di rispondere a interventi ben più importanti e complessi. Così come non sarebbe sostenibile economicamente basare il personale dei vigili del fuoco sulle necessità degli incendi estivi. Anche questa considerazione ribadisce, se ce ne fosse il bisogno, quanto sia sbagliato accostare la materia dell’antincendi boschivi al soccorso tecnico urgente”.
“Nel ribadire la nostra vicinanza ai vigili del fuoco – conclude Salvadori – nella richiesta di uomini e mezzi adeguati per assolvere al loro importante compito, speriamo però di aver reso evidente i motivi per cui tali risorse debbano venire dallo stato e siano erogate per quello che i vigili del fuoco fanno già, senza inventarsi nuove competenze aggiuntive sugli incendi di bosco che non sarebbero comunque in grado di sostenere, e che la legge non prevede”.

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