Migranti rubarono abiti per bimbi, annullata espulsione

Lo scorso anno erano stati denunciati per furto di abiti prelevati dai cassonetti di raccolta e successivamente il prefetto di Lucca aveva revocato la misura di accoglienza nel centro di viale Castracani. Anche il Tar al quale si erano rivolti i due richiedenti asilo aveva respinto il loro ricorso ma ora il Consiglio di Stato ha definitivamente annullato sia la sentenza del Tar che il provvedimento prefettizio nei loro confronti: il fatto non riveste carattere di pericolosità sociale né è stato reiterato nel tempo. Queste in sintesi le decisioni dei giudici di Palazzo Spada.

Spiega il Consiglio di Stato in sentenza che sono chiare le violazioni delle normative Ue e di quelle italiane in merito. “Il provvedimento prefettizio contestato nel presente giudizio, diversamente da quanto ha ritenuto il primo giudice, non ha fatto corretta applicazione dell’articolo 23, comma 1, lett. e, del decreto legislativo 142 del 2015. Indipendentemente dalla questione, ancora dibattuta, se la disposizione in oggetto si riferisca a comportamenti gravemente violenti compiuti dentro o fuori il centro di accoglienza, infatti, è evidente come nel caso di specie non ricorra nessuna delle due ipotesi contemplate dalla disposizione che, testualmente, si riferisce alla violazione grave e ripetuta delle regole delle strutture in cui è accolto il richiedente asilo o a comportamenti gravemente violenti”. Per i giudici di Palazzo Spada il furto aggravato di indumenti per bambini contestato non è una violazione grave e ripetuta delle regole del centro né si configura come comportamento gravemente violento, anche ai sensi di quanto prevede l’articolo 20, della direttiva europea sulle norme relative all’accoglienza dei richiedenti asilo: il provvedimento prefettizio, per il Consiglio di Stato, non contiene alcuna motivazione o qualsivoglia valutazione che consenta di ritenerlo tale, senza dire che la stessa Procura della Repubblica al Tribunale di Lucca, territorialmente competente, ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale. I due stranieri quindi possono proseguire la loro permanenza in Italia.

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