Tifose aggredite, il legale: “Inadeguate le misure di sicurezza”

“Lucca? Nessuno, della tifoseria o delle istituzioni, si è fatto vivo per esprimerci solidarietà”. E’ amareggiata l’imprenditrice 46enne di Arezzo che domenica sera (16 settembre) è stata aggredita mentre stava guidando la sua auto, a bordo della quale c’erano la madre 77enne e l’amica di 27 anni, nei pressi dello stadio Porta Elisa. Sono le sole parole che si limita a dire, spiegando di aver dato mandato ad un legale di assisterla contro il Comune e contro la Lucchese, a cui tutte intendono chiedere i danni. 

Nel frattempo le indagini sulla brutale aggressione – l’ennesima pagina nera per il tifo lucchese -, avrebbero subito una prima svolta. Almeno uno degli ultras che hanno preso parte all’assalto dell’auto delle tre donne arrivate a Lucca per tifare il Cavallino rampante sarebbe stato individuato. Lo avrebbe indicato con una certa sicurezza agli inquirenti una delle tre vittime, a cui è stato mostrato un filmato realizzato durante l’ambito della partita Lucchese Arezzo. Lo conferma l’avvocato Tiberio Baroni, a cui si è rivolta l’imprenditrice aretina, e che sta “svolgendo una indagine” per conto proprio. Cercando di verificare come è stata possibile una rappresaglia come quella di cui sono state vittime le tre donne. L’accusa mossa è pesante e chiaramente tutta da dimostrare: “Non c’erano – sostiene il legale – adeguate misure di sicurezza”.
Due, insomma, i filoni su cui si sta muovendo il caso. Ci sono da un lato le indagini, curate dalla questura di Lucca, che già hanno mosso i primi passi e ottenuto un risultato. Dall’altro, si aprirà presto anche un fronte ‘civilistico’: “Le mie clienti hanno intenzione di intraprendere una azione civilistica contro il Comune e la Lucchese – spiega l’avvocato Baroni di Arezzo – per la assoluta mancanza di un adeguato sistema di sicurezza per il dopo partita. Stiamo raccogliendo elementi, ma di quello che è accaduto ho potuto già farmi un’idea personalmente”. L’avvocato Baroni, infatti, si trovava allo stadio la sera dell’aggressione. Anche lui a Lucca, tifoso dell’Arezzo: “Ero in curva ma sono uscito per prima e non mi è accaduto nulla. Ma non c’era nessuno quando mi sono diretto all’auto nel settore ospiti: nemmeno l’ombra di uno steward”.
Accuse che sono state già formalizzate in denuncia in questura nei confronti dell’amministrazione comunale e della società sportiva dopo il terribile assalto che ha lasciato sotto choc le tre tifose. Stamani (18 settembre) due di loro si sono di nuovo recate in ospedale: “Sono rimaste molto provate da quello che è accaduto a Lucca – spiega l’avvocato – e stanno subendo conseguenze a livello emotivo e psicologico”.
Oggi sia l’amministrazione comunale, attraverso le parole del sindaco Alessandro Tambellini, che la società sportiva hanno preso una posizione dura nei confronti di quanto accaduto, condannando fermamente l’aggressione alle tre tifose. Ma nessuno ha fatto una telefonata o inviato un messaggio alle tre malcapitate.
Il caso portato alla luce, comunque, ha avuto un’eco ben oltre la Toscana. Al punto che alle tre tifose ha espresso vicinanza e sostegno anche il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina. Lo ha reso noto la stessa società aretina, spiegando che Gravina ha contattato il presidente della società amaranto Giorgio La Cava. Gravina ha condannato questo tipo di episodi che “nulla hanno a che fare con lo spirito dello sport”.
L’Arezzo ha ringraziato il presidente e la Lega Pro per la solidarietà dimostrata.
Le indagini, come si diceva, vanno avanti. Le tre supporter amaranto, infatti, in questura ad Arezzo hanno visionato alcuni filmati girati prima, durante e dopo la partita a Lucca per individuare se fra i gruppi di tifosi vi siano alcuni degli aggressori che le hanno minacciate con le spranghe e prese poi a cinghiate. Alcuni di loro erano a volto scoperto e uno di loro potrebbe essere già stato riconosciuto. Stando all’agghiacciante racconto delle vittime, erano tutti vestiti di nero e la maggior parte indossava bandane calate sul volto per non venire riconosciuto. Soltanto 3 o forse 4 hanno agito a volto scoperto. E’ su questi, per cominciare, che si stanno concentrando le indagini.

Rob. Sal.

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