Assegnazioni case, indagati ex dirigente e funzionaria

La procura di Lucca ha chiuso le indagini relative ad alcune presunte assegnazioni illegittime di alloggi popolari, tra l’8 settembre del 2015 e il 23 novembre del 2016, nel comune di Viareggio. L’avviso di conclusione dell’inchiesta è stato recapitato a Antonella Frusteri, 62 anni, originaria di Palermo ma residente a Viareggio, e a Vincenzo Strippoli, 45 anni, nato a Monza e residente nel comune di Pescaglia, all’epoca dei fatti contestati rispettivamente funzionaria e dirigente dell’ufficio casa del Comune.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, infatti, l’ormai ex dirigente e ex comandante della polizia municipale Vincenzo Strippoli, con la complicità della funzionaria avrebbe assegnato alloggi di edilizia residenziale pubblica in locazione a famiglie o singoli senza che questi ne avessero i requisiti e in qualche modo, sostiene l’accusa, facendoli avanzare nelle graduatorie apposite.
Per questo entrambi sono indagati con l’accusa di abuso d’ufficio e nei loro confronti la procura si accinge a chiedere il rinvio a giudizio. Sempre stando agli inquirenti, funzionaria e dirigente dell’epoca, in violazione della legge regionale toscana 96 del 1996 avrebbero assegnato case in locazione messe a bando nel 2013 a persone prive di requisiti, a danno di famiglie che invece erano in possesso dei titoli per l’ottenimento degli alloggi. Secondo i pm, inoltre, così facendo avrebbero sforato del 10% la percentuale delle assegnazioni di alloggi prevista dalla medesima legge regionale, attribuendo – ricostruisce la procura – 12 appartamenti mentre invece ne sarebbe stata possibile l’assegnazione di soli 4. Di questi, secondo le accuse mosse dai magistrati, 6 sarebbero stati assegnati a persone o famiglie senza i requisiti necessari e in un altro caso anche alterando la percentuale di invalidità di un componente del nucleo familiare per procedere con l’assegnazione. Tra i casi contestati anche quello dell’assegnazione ad un nucleo familiare composto da due persone di un immobile che, secondo l’accusa, avrebbe potuto ospitare un nucleo fino a sei persone.

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