Sversamenti all’ex bricchettaggio, condannato l’ad

Sversamenti all’ex bricchettaggio di Gallicano: il processo di primo grado si è concluso con una condanna a sei mesi e al risarcimento dei danni provocati alle parti civili tra cui il Comune di Gallicano, per l’allora amministratore delegato della società Css Energy Srl che all’epoca delle contestazioni, risalenti al 2014, gestiva l’impianto di bricchettaggio in località Zinepri. Un impianto contestato e finito nel mirino dei residenti della zona per i miasmi e i cattivi odori che da esso si sprigionavano e al centro anche di un’inchiesta della procura di Lucca che si era tradotta nella citazione a giudizio dell’ad dell’epoca, 40 anni di Pistoia, accusato di alcuni reati ambientali. Lo scorso venerdì (11 gennaio) si è arrivati alla sentenza.

Tra le contestazioni mosse dalla procura e stando alle indagini che erano state delegate alla polizia provinciale e all’Arpa, c’era il fatto che all’interno dell’impianto di lavorazione di rifiuti non pericolosi, si sarebbero scaricate acque reflue industriali senza la apposita autorizzazione. Secondo l’accusa, in particolare, si sarebbe lasciato bloccato il sistema di trattamento delle acque meteoriche contaminate dopo che si era riempito di sedimenti. Un fatto che avrebbe quindi impedito la corretta depurazione dei liquidi finiti poi, attraverso un canale limitrofo, direttamente nel fiume. L’ad dell’epoca era accusato anche di sversamento di sostanze pericolose. Secondo le accuse che gli sono state mosse infatti facendo pulire gli impianti dello scrubber i fanghi sarebbero poi stati riversati nei piazzali dell’azienda. Questi e le acque reflue, per l’accusa, attraverso le caditoie raggiunsero, con superamento dei limiti di concentrazione di sostanze pericolose, il canale che correva a confine con l’impianto e da qui quindi le acque del fiume Serchio.
Sulla sentenza ha espresso soddisfazione il sindaco di Gallicano David Saisi: “Ritenevamo e riteniamo che al Comune, ente esponenziale di interessi collettivi, spetta il compito di tutelare la sicurezza e la salute della collettività e che è legittimato a costituirsi parte civile nel procedimento penale nella considerazione che i reati contestati all’imputato rientrano nel novero dei reati contro l’ambiente e la salute pubblica”.

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