Insegnante ‘malata’ ma era in vacanza, chiesto processo

Insegnante lucchese nei guai: doveva essere malata a casa e invece era in vacanza in Francia. Gli inquirenti ne hanno richiesto il rinvio a giudizio per truffa aggravata e la donna dovrà presentarsi in aula gup il prossimo 8 aprile per difendersi dalle accuse. L’indagata, 40 anni, assunta a tempo indeterminato, stando alle ricostruzioni investigative, lo scorso anno, a settembre del 2017, non ha preso servizio adducendo prima motivi di salute e poi un breve congedo parentale per accudire suo figlio di 3 anni. Ma in realtà era a Parigi per un viaggio di piacere.

A febbraio dello scorso anno quando sarebbe dovuta rientrare a lavoro, avrebbe dichiarato addirittura all’istituto lucchese di essere incinta ma di avere dolori tali e minacce continue di aborto da non poter rientrare in servizio. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe rappresentata da un’ultima richiesta di metà febbraio nella quale dichiara un ulteriore stato di malattia per altri 6 giorni. Poco chiaro ancora per gli inquirenti se poi una delle minacce di aborto sia andata a buon fine o se non fosse affatto in attesa. A quel punto la dirigente scolastica dopo aver provato a parlare con la sua docente senza esito ha deciso di avviare indagini interne e provvedimenti disciplinari perché erano molte le cose che non quadravano. Di fatto la docente a metà febbraio ancora non aveva lavorato nemmeno un giorno e le varie motivazioni non erano supportate da adeguata documentazione medica. La vanità, il peccato preferito dal diavolo, ha fatto il resto. Sulla sua pagina facebook la docente infatti proprio in quei giorni di febbraio non è riuscita a trattenere la voglia di apparire evidentemente e ha pubblicato una sequenza di foto che la ritraevano sotto la Tour Eiffel a Parigi e in altri luoghi della Francia. A quel punto è scattata anche la denuncia alle autorità giudiziarie che hanno avviato le indagini e verificato la presenza in terra di Francia della donna durante il periodo di malattia dichiarato, e relativa assenza ingiustificata dal posto di lavoro. Ora dovrà rispondere di truffa aggravata e oltre a rischiare il posto di lavoro rischia anche una condanna penale. Ad aprile l’udienza per le decisioni del gup sulle richieste degli inquirenti dopo aver ascoltato anche le tesi difensive.

Vincenzo Brunelli

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