Nei luoghi dell’eccidio vestiti da Ss, due nei guai foto

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di Roberto Salotti
Sciavano, sorridenti, subito dopo pronti per l’obiettivo delle macchine fotografiche e per essere immortalati indossando le divise delle Waffen Ss, la milizia di Hitler. Non in un posto qualsiasi ma ma luoghi di un eccidio nazista, sulle montagne di Lizzano in Belvedere, a Vidiciatico, dove il 27 settembre del 1944 i nazisti fucilarono 28 persone, compresi donne e bambini.

“Uno sfregio alla memoria”, l’aveva definito Anpi Toscana, proprio nel giorno in cui si ricordano le vittime del nazismo e del fascismo, il 27 gennaio scorso. Tra questi 5 giovani ci sono anche due studenti lucchesi, D. P., 21 anni, e O.A.R., 19 anni, nato in Romania ma residente a Lucca da molti anni. Entrambi ritenuti vicini dalla polizia agli ambienti di estrema destra, sono indagati dalla procura di Bologna – dove la rievocazione nazista si è svolta – con l’accusa di apologia di terrorismo o crimini contro l’umanità.
Nessuno di loro due ha precedenti penali, e solo a casa di uno di essi gli uomini della Digos, diretti dal vice questore Leonardo Leone, hanno trovato divise come quelle utilizzate per la rievocazione – emersa grazie al clamore suscitato dalle foto postate sui profili facebook di alcuni dei 5 organizzatori e altri simpatizzanti, residenti oltre che a Lucca a Torino, Firenze, Verona e Varese. In casa lo studente lucchese aveva anche vari gadget a tema. Nelle perquisizioni svolte in queste città, gli agenti hanno infatti sequestrato, su disposizione del pm di Bologna, Antonio Gustapane, berretti, spille ed adesivi, con simboli nazisti (aquile, svastiche) ed armi giocattolo. E’ stata consegnata la replica da soft-air di un fucile mitragliatore modello Mp40, con cinghia in cuoio e tappo rosso sul vivo di volata  utilizzata a Lizzano in Belvedere, lo scorso 27 gennaio. Un terzo indagato, un 24enne di Verona, è stato denunciato anche per il possesso di armi e munizioni da guerra che aveva in cantina (sei cartucce inesplose per fucile e una bomba a mano inerte). Gli altri due finiti nei guai sono un trentenne che abita a Firenze e un uomo di 56 anni di Varese.
A Lucca, uno dei due indagati, nel consegnare le divise ha voluto mostrarne storia e significato agli investigatori. Divise delle truppe di montagna delle Ss, Edelweiss, come la pagina Facebook realizzata e poi chiusa per queste ‘rievocazioni storiche’, dal nome rivelativo: Project Swartze Edelweiss.
Nei guai oltre ai due lucchesi sono finiti altri tre giovani coetanei residenti fuori provincia e indicati come gli organizzatori della rievocazione. L’indagine era nata per il clamore che ne era seguito, e per il post di condanna da parte di un consigliere regionale del Pd che aveva stigmatizzato quanto avvenuto. La procura di Bologna ha quindi aperto un’inchiesta, delegando le indagini alla polizia e quindi alla Digos di Lucca, per quanto riguarda i due indagati lucchesi. Per la polizia ci sarebbero elementi che dimostrano la loro vicinanza a gruppi di estrema destra, sebbene nessuno dei due ne risulti membro effettivo.
Solo alcuni degli altri hanno già avuto a che fare con la giustizia: uno, in particolare, era stato denunciato per discriminazione razziale.

FOTO – Il materiale sequestrato dalla Digos

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