Il nipote della vittima: in quella casa continue liti foto

“C’erano continue liti in quella casa”. Il nipote di Roshan Silva, l’ex aiuto cuoco trovato morto nel suo appartamento di via del Toro a Lucca questa mattina (17 aprile) arriva sotto la casa del delitto incredulo (Leggi). E’ insieme ad altri parenti, si chiama Lahiru e vive anche lui da tempo in città. “Non crediamo che sia accaduto davvero, e non sappiamo perché sia stato possibile che accadesse ma i rapporti di mio zio con i suoi coinquilini non erano buoni”, racconta.

“Spesso litigavano per motivi banali – prosegue -: avevano il vizio di bere e tornando a casa si ritrovavano a discutere. Era facile che nascesse un diverbio”.
Anche i rapporti con la compagna, una cingalese di 55 anni che fino a qualche tempo fa aveva un impiego da badante e ultimamente svolgeva lavoretti saltuari come donna delle pulizie, non erano sempre stati facili. Roshan Silva Kalukankanamalage l’aveva conosciuta qualche anno fa. Lui aveva fatto l’aiuto cuoco al ristorante Nonna Clara, in piazza S. Maria Forisportam, e in seguito allo Srilankese nella zona della stazione, e i due si erano messi insieme dopo il divorzio con la moglie che attualmente vive in Sri Lanka con la figlia di Roshan. “Spesso discutevano – racconta ancora il nipote (nella foto a fianco, ndr) -: qualche tempo fa mio zio se ne era andato un paio di giorni da quella casa di via del Toro, che era stata presa in affitto da lei. Ma poi era tornato a viverci insieme. C’erano dei problemi, ma i motivi precisi non li so dire”.
Roshan a volte alzava il gomito, raccontano anche altri parenti. E forse diventava irascibile. Con la sua compagna ma anche con i coinquilini: “Bevevano e facevano scommesse. Uno dei suoi coinquilini aveva fatto anche una vincita da 100mila euro alla Snai – racconta ancora il nipote della vittima -, ed era tornato per un periodo nel nostro paese, ma qui si era speso tutto ed era dovuto tornare in Italia per lavorare”.
Originario di Marvile, cittadina dello Srilanka, Roshan Silva era venuto in Italia per lavorare a cambiare vita. Non è stato facile all’inizio, raccontano i parenti più stretti, ma a Lucca si era ambientato. Aveva trovato lavoro, ma di recente aveva perso il posto: “Il fatto che bevesse – racconta ancora il nipote – gli aveva causato problemi anche con il lavoro”.

Rob. Sal.

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