Pubblicità ritenuta sessista, Cgil la fa rimuovere

Nuova polemica per una pubblicità ritenuta sessista, stavolta sulle pagine dei giornali nazionali. A sollevarla è la sindacalista Maria Rosaria Costabile, segretaria provinciale della Cgil di Lucca con delega alle pari opportunità e politiche di genere.
“Ancora una volta – dice – torniamo a parlare di pubblicità sessista, in un periodo in cui una grave questione sociale quale il femminicidio e la violenza sulle donne riempie tristemente tutte le prime pagine dei giornali, una buona parte dell’opinione pubblica continua ad accettare la divulgazione di pubblicità che sviliscono la figura femminile. La mercificazione del corpo femminile non è più tollerabile”.

“Di fronte all’ennesima pubblicità  – spiega – che appariva da giorni questa volta sulla Gazzetta dello Sport che mostrava in maniera pretestuosa il corpo di una modella in bikini usare un macchinario per il diserbaggio termico, pubblicità con l’intento quindi di vendere svendendo il corpo, ho segnalato allo Iap (Istituto autodisciplina pubblicitaria) la pagina in questione in quanto in riferimento a quanto stabilito dalla Convenzione europea per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne e dalla Carta europea per le pari opportunità, ritenendo che quella pubblicità era lesiva della dignità della donna e discriminatoria in quanto veicolava stereotipi di genere. Gli stereotipi e la banalità rafforzano la costruzione culturale del desiderio maschile e, la violenza contro le donne resta ancora alla narrazione del binomio romantico amore-odio, amore-morte. Dopo la segnalazione fatta apprendiamo con soddisfazione che la pagina pubblicitaria in questione è stata rimossa dalle pagine della Gazzetta dello Sport“.

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