Superbatterio, Nursind: No allarme, ma manca personale

Problema di personale infermieristico al San Luca, il Nursind torna all’attacco. Lo fa con una nota a firma del segretario territoriale Roberto Pasquinelli e della segretaria amministrativa Teresa Porta.
“Rinnoviamo l’allarme lanciato la scorsa settimana sul disagio e la difficoltà che stanno vivendo gli operatori sanitari in questo periodo, per garantire l’assistenza ai pazienti, prevalentemente nel settore di area medica, dove sono presenti in numero maggiore i degenti colonizzati da batteri multiresistenti e che necessitano di misure precauzionali per evitare il diffondersi della colonizzazione. Spiace vedere come l’azienda abbia spostato l’attenzione della nostra richiesta di aiuto, in termine di dotazione organica, sull’evitare l’allarmismo nei confronti dei cittadini, tranquillizzandoli, senza prendere assolutamente in considerazione invece le richieste di incremento di personale che palesemente abbiamo fatto nell’articolo da noi pubblicato precedentemente”.

“Teniamo nuovamente a precisare – spiega il Nursind – che non vogliamo creare nessuna preoccupazione nei cittadini e tantomeno nel sindaco di Lucca, dato che i nostri colleghi stanno mettendo in atto tutte le dovute precauzioni indicate dall’azienda e dalla Regione Toscana per garantire gli isolamenti da contatto, ma non possiamo non riportare il gravoso disagio che i nostri colleghi stanno vivendo per garantire tutto questo. Precisiamo nuovamente che la presenza di un numero elevato di pazienti colonizzati richiede di effettuare una assistenza particolare per ognuno di essi, ogni contatto con questi pazienti prevede, oltre alle precauzioni standard adottate per tutti i degenti presenti in ospedale, la vestizione con camice e guanti monouso e talvolta di mascherina e sovrascarpe, con conseguente smaltimento idoneo di tali dispositivi di protezione; inoltre ogni apparecchiatura necessaria al controllo del paziente deve essere
dedicata alla singola persona ricoverata, altrimenti ogni volta che questo strumento viene utilizzato deve essere sanificato; pensiamo, ad esempio, all’apparecchio per la misurazione della pressione, all’apparecchio per la misurazione della glicemia, all’apparecchio per la misurazione della saturimetria eccetera”.
“Ma non solo, le difficoltà sono dovute anche al fatto che i pazienti colonizzati – prosegue il sindacato – non devono entrare in contatto con gli altri pazienti che non lo sono e per questo motivo continuamente si presenta la necessità di spostamenti degli stessi da una stanza all’altra di ricovero, dal posizionare il degente accanto alla finestra piuttosto che accanto al bagno; le richieste assistenziali sono tante e svariate, ma il personale è rimasto pressochè invariato. Allora o facciamo finta che tutta questa attività non comporti maggior tempo da parte dell’operatore sanitario, in un contesto dove già a cose normali si “faticava parecchio”, oppure si interviene proprio perchè l’attività di screening preventiva, disposta dalla Regione Toscana con conseguente indicazioni per la gestione dei pazienti colonizzati da enterobatteri multiresistenti, ha sovraccaricato ulteriormente il personale addetto all’assistenza, infermieri ed oss. Rinnoviamo quindi la richiesta di incrementare il personale anche in base al numero di pazienti colonizzati presenti giornalmente. Potrebbe essere risolutivo incrementare un operatore sanitario almeno ogni 4/6 pazienti colonizzati, un parametro facilmente controllabile, che forse permetterà al personale di poter svolgere il lavoro in modo più appropriato senza arrivare a fine servizio con la paura di non aver potuto fare tutto quello che c’era da fare perché il tempo a disposizione è stato poco rispetto alle attività da prestare”.
“Sarebbe di aiuto predisporre un’unica area/settore di isolamento di coorte – prosegue il Nursind – sufficiente a coprire il reale fabbisogno numerico dei pazienti colonizzati, onde evitare gravosi spostamenti da una stanza di ricovero all’altra alle persone, finalizati a garantire un maggior confort al paziente stesso e contemporaneamente a garantire il contenimento dell’inutile maggiorazione di carico di lavoro ai dipendenti sanitari. Le indicazioni suggerite, naturalmente, sono estese ed applicabili anche al presidio ospedaliere della Valle del Serchio, dove ci risultano presenti le stesse problematiche clinico-assistenziali, sia nell’ospedale di Barga che di Castelnuovo”.
“Auspichiamo – conclude la nota – che la direzione non fraintenda nuovamente quanto da noi scritto, ribadiamo l’assoluta tranquillità che deve esserci da parte della cittadinanza poiché nessuno è in pericolo e l’assistenza, grazie al continuo sacrificio del personale, viene comunque adeguatamente erogata, ma invitiamo nuovamente l’azienda a riflettere ed intervenire su quanto da noi richiesto in modo da garantire anche la sicurezza e tranquillità degli operatori coinvolti, risorse fondamentali per i cittadini bisognosi di cura ed assistenza”.

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