Aggressione omofoba ad Altopascio, sindaco espone bandiera arcobaleno

D'Ambrosio: "Episodio ignobile e inaccettabile". Solidarietà anche dalla consigliera regionale Pd, Alessandra Nardini

Aggressione a sfondo omofobo in un locale di Altopascio, non si fa attendere il commento del sindaco Sara D’Ambrosio che da domani esporrà la bandiera arcobaleno sulla facciata del Comune.

Ignobile – dice la prima cittadina del paese del Tau – È la prima e unica parola che mi viene in mente nell’apprendere di quanto accaduto l’altra notte nel nostro paese ai danni di un ragazzo omosessuale e dei suoi amici. Ignobile sì. Perché non è accettabile che un ragazzo omosessuale venga prima insultato e deriso, poi picchiato e aggredito, insieme ai suoi amici, da un branco di delinquenti incapaci di rispettare l’altro in quanto tale”.

Aggressione omofoba scatena la lite davanti al locale di Altopascio

“Una violenza omofoba che non può essere minimizzata – prosegue D’Ambrosio – da nessuno di noi, perché il silenzio, l’omertà e l’indifferenza sono i primi alleati di chi si sente impunito, di chi vive e agisce nell’illegalità e pensa di farla sempre franca. Al di sopra di tutto e quindi anche delle persone e della loro libertà”.

“Tutti noi condanniamo quanto accaduto – prosegue il sindaco – ed esperiamo la nostra solidarietà ai ragazzi rimasti vittima di questa violenza. La richiesta è chiara ed è rivolta alle forze dell’ordine e alla magistratura: risalire al più presto ai responsabili, assicurarli alla giustizia e fare giustizia. Altopascio è il paese dei diritti. La casa di tutti. Lavoriamo ogni giorno per affermarli in ogni campo, in ogni settore, in ogni azione che portiamo avanti e non permetteremo che omofobi e violenti infanghino il nome della nostra comunità. Il momento dei diritti è adesso: ognuno deve essere libero di esprimere se stesso, di essere se stesso, sempre, ovunque, comunque”.

“Domani – conclude D’Ambrosio – rimetteremo la bandiera Lgbtq appesa al Comune di Altopascio, come facemmo nel 2012 per chiedere a chi era amministratore allora di affermare e tutelare i diritti. Di tutti”.

Anche il sindaco di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, ha deciso di esporre la bandiera arcobaleno sulla facciata del suo municipio.

Solidarietà arriva anche dalla consigliera regionale del Pd, Alessandra Nardini: “Spero che le indagini delle autorità competenti – dice – chiariscano presto la dinamica, assicurando i colpevoli alla giustizia. Siamo nel 2020 e succede ancora, nonostante in questi anni, anche grazie all’approvazione della legge sulle unioni civili, si sia provato a rendere il nostro Paese più civile, ma resta ancora tantissimo da fare”.

“È vile e schifoso – prosegue la nota della consigliera – che una donna o un uomo vengano discriminati e offesi per il proprio orientamento sessuale, figuriamoci quando si arriva a una ignobile violenza fisica. Esprimo solidarietà e vicinanza al ragazzo e gli garantisco che ci batteremo ancora di più perché tutto ciò non si ripeta. In questo paese non abbiamo ancora approvato una legge contro l’omotransfobia: è un grave vuoto da sanare, per cui spero che le piccole aperture emerse in queste settimane si trasformino in azioni concrete. Siamo in estremo ritardo e lo sdegno non basta più. Non possiamo ignorare l’importanza centrale di educare le giovani generazioni, a partire dalla scuola, al rispetto incondizionato delle differenze, senza proteggere pregiudizi e discriminazioni dietro il rischio inventato di una presunta teoria gender”.

Soprattutto noi, donne e uomini delle istituzioni – conclude – dobbiamo diffondere una cultura del diritto a essere ciò che si è. Per questo ci tengo a ringraziare le sindache Giulia Deidda e Sara D’Ambrosio che subito hanno condannato il gesto a nome suo e di tutta la comunità di Santa Croce sull’Arno e Altopascio, e hanno dichiarato che esporranno la bandiera rainbow nel municipio.  Vi sembrerà scontata questa presa di posizione. Dovrebbe esserlo, ma voglio ricordare che a pochi chilometri le giunte di Pisa e di Cascina, guidate da Conti e dall’allora sindaca Ceccardi hanno condotto battaglie in tutt’altra direzione, come l’uscire dalla Rete antidiscriminazioni, il boicottare le unioni civili, il promuovere l’osservatorio contro l’ideologia gender. La battaglia contro l’omofobia, insomma, è ancora assolutamente necessaria e va condotta con nettezza, ovunque, per il rispetto, la libertà e i diritti, anche il diritto alla sicurezza, di tutte e di tutti”.

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