Coronavirus, parla l’esperto: “Mortalità bassa, contagio solo da contatto stretto”

Le parole di Danilo Tacconi, direttore delle malattie infettive dell'Asl Toscana sud est

Coronavirus, parla l’esperto. Ecco le parole del dottor Danilo Tacconi, direttore delle malattie infettive dell’Asl Toscana sud est.

“Consideriamo innanzi tutto ad oggi la mortalità stimata sui numeri forniti risulta di circa il 2 per cento, che probabilmente è più bassa – dice – in quanto è possibile una sottostima delle persone contagiate in Cina. Ad oggi risulta una letalità molto più bassa rispetto ad altre due sindromi infettive sempre da Coronavirus come la Sars o la Mers che rispettivamente hanno avuto il 10 e il 30 per cento circa. In Italia sono stati diagnosticati ad oggi due casi isolati, quindi non si può parlare di epidemia e oltre tutto sempre ad oggi non si registrano casi secondari, cioè di trasmissione diretta avvenuta nel nostro paese”.

I sintomi sono prevalentemente respiratori: tosse, mal di gola, raffreddore e febbre, con intensità variabili come avviene anche nelle forme influenzali. Talvolta si complica, come fanno anche analoghi coronavirus o la stessa influenza con la polmonite e la progressiva insufficienza respiratoria. La trasmissione avviene attraverso le goccioline respiratorie emesse con tosse e starnuti a non più di 1-1,5 metri di distanza dalla persona ammalata, proprio perché il rischio reale di trasmissione si verifica con persone sintomatiche”.

“Nel caso specifico dei due turisti ricoverati allo Spallanzani – spiega ancora – appena hanno avuto i sintomi sono state seguite tutte le procedure. È improbabile che possano aver contagiato altre persone nelle varie città visitate perché il virus si trasmette solo con un contatto molto ravvicinato (“contatto stretto”), con il quale si intende secondo le indicazioni ministeriali: esposizione dovuta ad assistenza sanitaria, compresa assistenza diretta a pazienti affetti da nCoV, lavorare con operatori sanitari infettati da nCoV, visitare pazienti o permanere nello stesso ambiente di un paziente con nCoV; lavorare a stretto contatto o condividere la stessa classe con un paziente con nCoV; viaggiare con un paziente con nCoV, con qualsiasi mezzo di trasporto; vivere nella stessa casa di un paziente con nCoV”:

“Rimane fondamentale – conclude – per la riduzione del rischio di trasmissione, l’attuazione scrupolosa di due gesti importanti: coprirsi la bocca quando si tossisce o starnutisce e l’igiene delle mani (quest’ultima fondamentale anche per la prevenzione di altre importanti infezioni)”.

 

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