“Poche mascherine al centro prelievi”: gli infermieri di Campo di Marte insorgono

Al momento l'uso non sarebbe obbligatorio ma il personale sanitario non ci sta

C’è incertezza tra il personale sanitario della cittadella della salute di Campo di Marte. Soprattutto tra gli infermieri che ogni giorno si trovano a dover eseguire tra i 30 e i 40 prelievi di sangue ciascuno. Sì, perché per loro – secondo le direttive – l’uso della mascherina non sarebbe obbligatorio.

“Stando alle disposizioni ricevute – commentano preoccupati alcuni operatori Asl – la situazione è perfettamente in regola. Ma se per evitare possibili contagi da coronavirus è importante mantenere una distanza di almeno un metro dalle persone, diventa evidente che noi, senza mascherine, siamo a rischio e mettiamo a rischio, di conseguenza, gli utenti”. Non è possibile, infatti, eseguire un prelievo senza contatto: la distanza tra infermiere e paziente si riduce a circa 30 centimetri. Lo stesso rischio corso dai medici di famiglia. “Le mascherine ci sono – specificano gli operatori sanitari del Campo di Marte – ma sono del tutto insufficienti. Essendo monouso, hanno un’efficacia protettiva di circa 10 ore: sarebbe opportuno cambiarle ogni giorno. Ma non ci sono così tanti pezzi messi a disposizione dell’azienda: e così ce le compriamo da soli, ci ingegniamo, ce le portiamo da casa. Ma anche nelle farmacie c’è carenza di questo articolo, lo sappiamo”.

La situazione rischia di divenire un cane che si morde la coda: “Ci sentiamo insicuri: se si ammala chi deve assistere e curare, il sistema collassa“, osservano. “La situazione degli accessi adesso è abbastanza contenuta, da lunedì (2 marzo) si sono ridotti del 30 per cento perché accettiamo solo i prenotati e le urgenze per evitare assembramenti anche nelle sale di attesa. Ma va da sé che in ogni stanza si trovano in contemporanea almeno 4 persone: due infermieri e due pazienti per il prelievo. Ed è così a ciclo continuo per tutta la mattina: forse non solo occorrerebbero mascherine, ma servirebbero quelle con la valvola, per essere più separati possibili dalle persone con le quali entriamo a contatto”.

A mancare nei primi giorni, secondo quanto riferito dagli operatori stessi, sarebbe stato anche il gel disinfettante a base di alcol: “Fino a ieri – dicono – non ne avevamo disponibilità sufficiente. Oggi (6 marzo) siamo stati riforniti. Da giorni sentiamo parlare di pre-filtraggio ai vari punti di accesso, ma al momento alcuni padiglioni sono ancora scoperti. Non quello dei prelievi, va detto: lì l’utente entra dopo aver ricevuto, fuori, le informazioni sui corretti comportamenti da seguire e dopo essersi disinfettato le mani. Ma – evidenziano – chi entra nel centro prelievi aspetta un pochino nel corridoio, entra a contatto con altre persone e quando arriva di fronte all’infermiere non è già più nelle condizioni igieniche ottimali“.

“Per questo – concludono gli operatori di Campo di Marte che hanno voluto esporsi – ci sentiamo poco tutelati, per la nostra salute e per la salute pubblica. L’uso delle mascherine per noi deve diventare obbligatorio. Ci auguriamo che, velocemente, gli accessi a Campo di Marte divengano più sicuri”.

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