Comitati sanità: “Mascherine per tutti, si può fare”

I membri rilanciano anche la questione Campo di Marte: "Perché non si è riattivato il padiglione per pazienti Hiv?"

Mascherine per tutti, i comitati sanità di Lucca rilanciano e quanto all’emergenza coronavirus chiedono di attivare il padiglione Hiv del Campo di Marte.

“Nei giorni scorsi avevamo proposto – si legge in una nota – fatte salve le necessità primarie di fornire i sanitari e chi è in prima linea, la distribuzione gratuita di una mascherina a nucleo familiare. Siamo stati dileggiati dai soliti saputelli che senza nemmeno leggere ci accusavano di voler togliere le mascherine ai medici, aggiungendo  che dare la mascherina era inutile perché serve solo una volta. Dispiace che certi politici, forse per incapacità,  cerchino di buttarla in caciara. Facciamo notare che la Regione Friuli ha predisposto da tempo il piano di distribuzione di 2 mascherine a persona, lavabili 20 volte, che possono coprire tempi abbastanza lunghi”.

“Ma, senza andare lontano – prosegue la nota -, basta vedere il Comune di Altopascio organizzarsi e, grazie anche ad aiuti da Lucca, distribuire mascherine alle famiglie di Altopascio. Come mai gli amministratori lucchesi e le eventuali Fondazioni bancarie chiamate in aiuto hanno il braccino così corto?”.

“Avevamo chiesto di chiarire – proseguono – a quanti sanitari era stato effettivamente fatto il tampone . Ci risulterebbe, infatti, che ancora a parte del personale a rischio non sia stato effettuato il tampone. Poi leggiamo di un laboratorio privato che pubblicizza la possibilità di fare  il tampone a pagamento, a casa, con una spesa di circa 150 euro.  Veniamo a sapere di una casa di cura privata, non deputata a trattare pazienti covid19, che dichiara di avere sottoposto a tampone tutto il suo personale e quindi di essere covid19 free”.

“Ma con quale criterio vengono assegnati questi preziosi tamponi, in base alle esigenze sanitarie o in base a chi paga l’esame? Oltretutto – proseguono i comitati – con pazienti che aspettano a casa giorni e giorni per avere un tampone perché non ritenuti con sufficiente sintomatologia, con i sanitari in prima linea che andranno ulteriormente seguiti e testati per la loro sicurezza e per quella delle persone che avvicinano. Speriamo che le nuove modalità di esecuzione del tampone, in auto al Campo di Marte, riescano a sopperire a queste carenze.Perché  in queste settimane le carenze erano evidenti, le testimonianze di persone lasciate a casa, senza poter avere il tampone, sono fatti non chiacchiere”.

“Infine – concludono – perché non si sono liberati gli spazi del padiglione O del Campo di Marte, costruito per i malati Hiv e quindi strutturato anche per i pazienti covid19? Ed invece si è impegnato anche il padiglione C, del quale dovranno essere attentamente verificate le capacità di isolamento dei reparti con spese aggiuntive? Era così difficile spostare gli uffici e gli ambulatori al padiglione C e mettere tutti i malati assieme in un unico padiglione isolato e quindi più sicuro? Si stabiliscono convenzioni con strutture private per le convalescenze dei pazienti Covid, ma si lasciano vuoti interi reparti del Campo di Marte. Qual’è il senso?”.

“Le nostre proposte sono sempre state sensate e realizzabili, purtroppo le risposte sono state spesso sprezzanti, per poi procedere, anche se in parte, come avevamo suggerito.  Vedi il caso dell’utilizzo del padiglione Hiv – affermano -.  Ancora una volta ci auguriamo che le nostre domande e i nostri suggerimenti siano valutati con l’obbiettivo comune di una Lucca che rinasce da questa terribile esperienza”.

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