Affitto commerciale mai pagato, ma dentro ci dormono in 15: denuncia presentata a marzo foto

Parla il nudo proprietario del fondo di via dell'Angelo Custode teatro della rapina al pizzaiolo: "Ora serve lo sgombero del Comune"

Per una volta proviamo a guardare la luna oltre al dito. La luna, appunto, la questione eclatante, ovvero la speculazione sul dolore, la difficoltà e la miseria. Oltre al dito, il fatto di cronaca, la rapina e l’arresto ai danni di un 21enne per l’aggressione ad un coinquilino e al pizzaiolo della consegna a domicilio.

Minaccia con un coltello e rapina il commerciante che gli consegna la pizza a casa

A entrambe si dia il peso dovuto, entrambe vengano affrontate nel dibattito in città e non solo nelle aule di tribunale. Perché sono entrambe situazioni che questa città non può e non deve accettare. Situazioni che, però, dimostrano come non ci siano differenze né di classe né di provenienza geografica nel commettere reati. Situazioni di cui nessuno dovrebbe farne bandiera.

La vicenda, come emerge con il passare delle ore, è estremamente complessa. E partirebbe da un episodio perpetrato ai danni del proprietario dell’immobile in cui sarebbero alloggiate 15 persone, non tutte straniere, in via dell’Angelo Custode. Il tutto all’interno di un immobile, che fa parte del complesso di Palazzo Guinigi, quindi certamente di pregio, che però è un fondo commerciale e non ad uso abitativo. E dove sono stati ammassati, nei diversi locali, materassi per terra e arredi di fortuna per ospitare, a pagamento, gli ospiti. Come si può vedere da alcune foto scattate dalla strada, a spiegare con maggiore evidenza la situazione.

A voler fare chiarezza, e a chiedere giustizia, è anche il nudo proprietario del bene, Marco Santi Guerrieri. La proprietà è del padre Ulrico, 95 anni e mezzo d’età e la vicenda risale all’agosto scorso ed era già nota alle forze dell’ordine.

“Due persone – spiega Marco Santi Guerrieri – si sono presentate a mio padre e lo hanno convinto ad affittare l’immobile con un contratto ad uso commerciale di sei anni che risale ad agosto scorso, regolarmente registrato all’agenzia delle entrate (l’affitto concordato era di 2mila euro al mese, ndr). Contestualmente queste persone, presentatesi a nome di una società di Lucca, hanno consegnato un assegno a garanzia. Ma né l’assegno è risultato coperto né è mai stato onorato il canone d’affitto”.

In pratica fin da subito la società, per cui figura come amministratrice una donna di Sant’Anna, non ha pagato l’affitto, nonostante i solleciti. “Di qui – dice ancora Marco Santi Guerrieri – mio padre, senza ancora dirmi nulla, ha chiamato l’avvocato che ha fatto quello che si fa in questi casi, ovvero chiedere lo sfratto per morosità. L’udienza è stata confermata per il 19 marzo, ma poi rinviata per la pandemia in corso”.

Nel frattempo alla famiglia, dagli altri condomini e dai residenti nella zona, arrivavano le segnalazioni della presenza di un gran numero di persone in quell’immobile. Notizie che arrivano alle orecchie anche dello stesso Marco Santi Guerrieri che a questo punto si muove vcon le forze dell’ordine: “A gennaio – spiega – l’amministratore di condominio mi ha chiamato per segnalarmi la presenza di queste persone in casa, per le lamentele degli altri residenti che segnalavano anche di movimenti strani nelle vicinanze. A febbraio ho presentato la mia prima relazione al comando dei carabinieri di Lucca, quindi l’8 marzo la denuncia querela nei confronti della società che conduceva il fondo di mio padre”.

Santi Guerrieri ha verificato personalmente, così come hanno poi fatto le indagini dei carabinieri, la presenza di persone stabilmente residenti in quel fondo, come appare chiaramente anche da alcune foto scattate dalla strada.

Il proprietario avrebbe voluto attendere la naturazione evoluzione per via legale della situazione, ma a questo punto chiede l’intervento del Comune e lo fa con un appello all’assessore Raspini: “Mi fa piacere – dice Santi Guerrieri – che afferrmi di volerci vedere chiaro fino in fondo. Ma a questo punto della situazione, almeno in parte, dovrebbe farsi carico anche il Comune, attraverso un’ordinanza di sgombero. L’amministrazione deve farsi carico di una deficienza di sicurezza che è determinata dalle leggi. Lo sgombero, che dovrebbe essere firmato dal sindaco, sarebbe motivato dalla presenza di un problema di ordine pubblico, come quello che si è verificato giovedì sera. In più il Comune dovrebbe trovare una soluzione per le persone che lì sono alloggiate e che non hanno alcuna responsabilità nella situazione”.

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Una vicenda complessa, dunque, che va ben oltre alla questione di cronaca di giovedì notte e che avrà una vita tutta sua dal punto di vista penale e delle responsabilità. E in cui le vittime, oltre al pizzaiolo aggredito, rischiano di essere anche gli altri attori dell’intera vicenda.

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