Lucca, è una ripartenza lenta tra dubbi e incertezze. Ma c’è anche chi non riapre le saracinesche fotogallery

Un ristoratore: "Per noi le norme troppo restrittive". I parrucchieri si lamentano: "Linee guida tardive e le prenotazioni obbligatorie ci penalizzano"

Si alzano le saracinesche delle attività commerciali del centro storico, Lucca si sveglia piano piano da questo letargo durato alcuni mesi. Il fatidico giorno delle riaperture è arrivato e tra gli esercenti si respira un certo clima di ottimismo, con la voglia di mettersi alle spalle questi giorni di estrema difficoltà. Certo l’attenzione rimane altissima sulle normative delle linee guida stabilite per le varie attività e in alcuni casi c’è anche incertezza.

“Ci sono molte regole contenute nelle linee guida che sono soggette ad interpretazione – dice il responsabile del Moka Bar di via Fillungo – C’è un po’ d’apprensione soprattutto se i controlli risulteranno troppo serrati e fiscali. Abbiamo notato però grande rispetto da parte dei clienti e anche un po’ di timore, però superato dalla voglia di tornare alla normalità”.

Sono dello stesso parere i lavoratori della pasticceria Momus cafè di piazza santa Maria:

“Il flusso dei clienti è sicuramente rallentato a causa delle norme di sicurezza contenute nelle linee guida, ma da parte del lucchese c’è rispetto delle misure – alcuni locali come il Momus hanno aperto alcuni giorni prima per consegne da asporto e hanno notato il comportamento rispettoso di molti clienti – Le misure però ci permettono di poter lavorare con una certa tranquillità e non risultano troppo restrittive, siamo contenti e ottimisti su questa ripartenza”.

Certo l’ottimismo e la certezza di poter affrontare le limitazioni è dovuto anche alla quantità di metri quadri a disposizione del fondo.

“Le linee guida sono accettabili anche grazie all’ampiezza del locale che abbiamo a disposizione – dicono Ezio e Michela Teani, titolari del bar Teani Snc di via Vittorio Emanuele II –. I clienti affezionati si sono presentati subito alla riapertura e vedremo in questi giorni se da parte delle persone c’è la voglia di ritrovare la tranquillità di un tempo nel prendere un caffè – c’è sempre molta attenzione per una problematica sanitaria – Non bisogna scordarsi dell’emergenza sanitaria perché la salute viene prima di tutto. A parere nostro anche uno slittamento di una settimana avrebbe comunque aiutato a creare un clima più sereno, ma siamo comunque pronti a metterci in gioco fin da subito”.

Non tutti sono d’accordo sulle misure contenute nelle linee guida e purtroppo c’è chi le considera sempre troppo stringenti e ha deciso di far slittare la ripartenza, un esempio tra tutti è quello di Luca Nelli titolare del famoso ristorante La Rusticanella 2 di via san Paolino:

“Non riapriamo ancora perché queste condizioni per noi sono inaccettabili, le normative sono troppo stringenti e consideriamo l’attività della ristorazione come un momento di convivialità per i clienti e con queste linee guida non è possibile assicurarlo. I locali piccoli come il nostro, ma ce ne sono molti altri nel centro storico, sono sicuramente più sacrificati di altri. C’è anche molta incertezza sulle disposizioni degli spazi esterni legati sempre ad una burocrazia che l’amministrazione di Lucca dovrebbe superare, come avviene a Capannori – prosegue Luca – Proprio per questo voglio fare un appello al comune perché faccia chiarezza nelle normative e ci permetta di poter allargare gli spazi esterni anche di pochi metri, senza dover ricorrere per forza ad apportare modifiche progettuali”.

Chi invece ha trovato un equilibrio con poche semplici mosse è Claudio Togni dell’osteria Anna e Leo:

“Siamo in perfetta sintonia con le normativa contenute nelle linee guida dell’Inail e del governo. Abbiamo scelto di adottare delle barriere divisorie che si integrano esteticamente con gli ambienti del locale e non lo snaturano. Il cliente dovrà certamente adeguarsi a questa nuova realtà, ciò non toglie che sta a noi creare una situazione di tranquillità e sicurezza che tuteli sia noi che loro – prosegue Claudio – Continueremo a misurare la temperatura delle persone che entrano nel locale, come veniva fatto prima del lockdown e abbiamo installato delle lampade a luce led Uv che accendiamo quando il locale è vuoto per la sanificazione degli ambienti – Claudio Togni non risparmia certo alcune critiche ai modi in cui il governo e la regione hanno affrontato questa situazione di emergenza – Purtroppo mi duole rimarcare che le linee guida sono giunte troppo a ridosso del giorno di apertura, il governatore Rossi non ha avuto un comportamento eccelso e soprattutto il governo si è ridotto agli ultimi termini mettendo in seria difficoltà anche l’amministrazione comunale”.

C’è comunque da parte sua un grande ottimismo verso il futuro.

“Ufficialmente riapriremo domani, abbiamo voluto essere coerenti sul giorno di chiusura settimanale stabilito il lunedì. Sono però contento del fatto che ho il locale pieno di prenotazioni per tutta la settimana”.

I parrucchieri e i barbieri sono un’altra categoria che è stata incerta fino all’ultimo sulla riapertura.

“La criticità più grossa che abbiamo affrontato è dovuta al fatto che l’ufficialità delle linee guida sono arrivate soltanto ieri sera – dice il responsabile di Liberty parrucchieri in via Beccheria – Ci siamo velocemente adeguati sanificando il negozio e apportando le misure utili e tutto il necessario per fornire sicurezza ai lavoratori e ai clienti – il personale interno è dotato di mascherine protettive e di visiere paraschizzi – Stiamo comunque lavorando al 50 per cento delle nostre possibilità. Il sistema delle prenotazioni obbligatorie limita comunque il nostro lavoro, noi preferivamo lavorare senza appuntamenti, ma purtroppo adesso è una necessità. Siamo comunque ottimisti sulla ripartenza e nelle prime due settimane siamo al completo per le prenotazioni ed è un sintomo che le persone hanno voglia di superare questi momenti difficili.”

Dello stesso parere è Luis Lopez barbiere di BisB (the Barber is Back) di via Vittorio Emanuele II:
“Siamo contenti di aver riaperto, certo la situazione non è delle migliori, il locale è piccolo e offre la possibilità solo a due persone di stare al suo interno, il barbiere e il cliente. Se prima riuscivamo a soddisfare una quarantina di clienti al giorno, adesso possiamo arrivare massimo a quattordici o quindici. Prima lavoravamo per la maggior parte senza prenotazioni, ad oggi abbiamo l’obbligo di farle e nella prima settimana siamo pieni. Abbiamo sanificato il locale secondo le normative – conclude Lopez – ma devo dire che sull’igienizzazione siamo sempre stati attenti, anche prima del coronavirus per una questione di rispetto verso i clienti che si servono da noi”.

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