Ritardi nei tamponi, si moltiplicano i disagi: “L’attesa è diventata un’odissea”

Il racconto di un residente di Capannori risultato positivo al Covid19

L’attesa del tampone ormai è diventato un’odissea“. Così un cittadino di Capannori racconta la propria esperienza iniziata con la notizia della positività al covid19.

“Il 21 ottobre ho fatto il primo tampone da privato e il 23 ho ricevuto la telefonata dove mi comunicavano che ero positivo (asintomatico) e mi avvertivano che mi avrebbero telefonato dall’ufficio igiene per far fare il tampone alla mia famiglia e il tracciamento delle persone con le quali ero stato a contatto 48 ore prima – racconta il cittadino -. Dopo tre giorni di attesa, di mia iniziativa ho fatto fare il tampone a moglie e figli tramite il medico e pediatra e sono risultati tutti negativi. Ho ricevuto la prima chiamata dall’ufficio competente dopo una settimana, precisamente il 28 ottobre, dove mi hanno chiesto con chi ero stato a contatto e illustrato il comportamento da tenere in casa, senza chiedere di fare un tampone alla mia famiglia”.

“Ho chiesto informazioni per essere isolato in un albergo Covid e mi hanno detto che mi avrebbero mandato una mail con la procedura da seguire. Mail che non ho mai ricevuto. Il 2 novembre mi chiama la Usl per fare il secondo tampone dandomi appuntamento per il 4 novembre. Trascorsi tre giorni dal tampone senza ricevere referti ho iniziato a chiamare e a scrivere email ma purtroppo la maggior parte delle volte non ho ottenuto risposta e le poche persone con le quali ho paralto non hanno saputo risolvere il problema, dicendomi semplicemente che mancavano i reagenti – prosegue il cittadino -. Ho chiamato anche la segreteria del sindaco di Capannori, gli unici che hanno preso in carico la mia situazione chiamando loro l’ufficio igiene per sapere che fine avesse fatto il mio tampone. Dopo 20 minuti mi hanno contattato dicendo  che entro tre giorni avrei avuto una risposta. Ad oggi 13 novembre non avendo ricevuto ancora nulla ho per l’ennesima volta chiamato l’ufficio Urp dove finalmente hanno risposto e hanno confermato la mia ipotesi che dopo 21 giorni dal primo tampone potevo uscire di casa”.

“Qui mi hanno detto che mi avrebbero mandato per mail il foglio che certificasse la fine della mia quarantena ma non per la mia famiglia. Per loro la signora mi ha infatti detto che dal momento che arriva il foglio partono 10 giorno con tampone oppure 14 giorni senza. A questo punto io le chiedo per capire meglio: ‘Se mi arriva il referto del tampone la quarantena per la famiglia parte dal 4 novembre invece se mi manda il foglio che posso uscire i giorni partono da quel giorno?’. La risposta è stata ‘sì’. A questo punto ho deciso di aspettare il referto con la speranza che arrivi nei prossimi giorni prima di aspettarne altri 14 giorni. Aspettare così tanto per avere delle risposte e sentirsi dire che io posso uscire ma per la quarantena della famiglia non vale più il giorno del tampone nonostante siano tutti negativi evidenzia le lacune nella burocrazia del sistema. Le famiglie sono a casa senza lavorare e ancor peggio i figli senza andare a scuola, con tutte le problematiche che ne conseguono”.

 

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