Appalti a familiari e amici a Vagli, 5 arresti: ai domiciliari anche il vicesindaco Puglia

Nuove perquisizioni in corso nell'ambito dell'inchiesta che ha travolto la giunta del Comune

Ha sostenuto fin dall’inizio che appalti pubblici e lavori di somma urgenza per ripristinare la viabilità a seguito di frane e smottamenti erano stati aggiudicati seguendo le regole. La pensano diversamente gli inquirenti che questa mattina (16 dicembre) hanno notificato al vicesindaco di Vagli, Mario Puglia, un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta partita nel 2018 e che l’aveva visto tra gli iscritti nel registro degli indagati insieme alla giunta e ad un’altra trentina di persone, tra imprenditori edili e del marmo.

https://www.serchioindiretta.it/cronaca/2020/05/25/appalti-truccati-e-corruzione-nel-mirino-lavori-in-somma-urgenza-a-vagli-scattate-le-perquisizioni/103509/

Altri 4 sono stati colpiti dallo stesso provvedimento, mentre dalla mattina sono in corso perquisizioni tra Lucca, Massa e Reggio Emilia in uffici pubblici e privati e in abitazioni per acquisire all’indagine nuova documentazione. Un nuovo capitolo dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Giannino che nel maggio scorso aveva scatenato un terremoto in Comune con i primi sequestri.

L’indagine, partita nel 2018, ruota tutto intorno a quello che gli investigatori definiscono “una vera e propria spartizione di occasioni di guadagno utilizzando la struttura del Comune di Vagli come mezzo per raggiungere i propri obiettivo” con il “sistema di potere instaurato da Mario Puglia”, abusando del suo ruolo nel Comune di Vagli e per l’accusa insieme all’intera giunta. Una inchiesta che aveva visto iscritte nel registro degli indagati oltre 30 persone.

La procura contesta loro, a vario titolo, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, truffe, falso ideologico, abuso di ufficio, turbativa d’asta, riciclaggio e peculato.

Dalle 9 di stamani (16 dicembre) è in corso una vasta operazione che si è tradotta oltre che nell’esecuzione delle nuove misure anche in perquisizioni in provincia di Lucca, Massa e Reggio Emilia.

Le attività sono condotte dai carabinieri forestali di Camporgiano, dal nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della guardia di finanza di Lucca, dalla squadra mobile di Lucca e dalla compagnia dei carabinieri di Castelnuovo Garfagnana.

Per gli inquirenti c’era un “sistema Vagli”, fatto di favori ad imprenditori locali da parte di amministratori compiacenti. Accuse pesanti quelle contenute nella inchiesta giudiziaria che a maggio scorso aveva scosso il Comune di Vagli, dove erano stati iscritti a vario titolo nel registro degli indagati anche il sindaco in carica Giovanni Lodovici, insieme all’assessore Mirna Pellinacci. Con loro risultano indagati una trentina tra consulenti, periti e imprenditori dei settori marmifero e delle costruzioni. Sotto inchiesta ci sono anche la moglie e la figlia dell’ex primo cittadino.

L’inchiesta era partita da una segnalazione arrivata ai carabinieri forestali di Camporgiano che più di recente avevano svolto le verifiche del caso a seguito anche di un esposto denuncia del gruppo di opposizione Per Vagli e Roggio e relativo ai lavori di realizzazione di un bypass dopo la chiusura, per motivi di sicurezza, del ponte Morandi sulla Tambura. Un’opera che era stata fatta partire nei giorni di Pasqua e nonostante l’emergenza covid per rompere l’isolamento del paese e che, anche quella, è adesso sotto la lente della procura.

La lista delle opere per cui si ipotizzano illeciti è lunga e copre tutto il periodo dalla precedente giunta a quella attuale. Durante le perquisizioni è stata acquisita la documentazione dei lavori e degli affidamenti per vagliare nel dettaglio le procedure. Nel mirino ci sarebbe anche il recente bando per la gestione della piscina comunale, mentre si ipotizza anche la truffa per alcuni finanziamenti ottenuti per l’emergenza maltempo da parte di enti pubblici. Denaro che sarebbe stato destinato a Vagli sulla base di certificazioni false che avrebbero gonfiato l’entità delle opere da eseguire per il ripristino di strade o versanti franosi, a seguito di nubifragi.

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