Ricevuta dal presidente del tribunale l’associazione antiusura ‘Reagisco’

Esposti i dubbi su alcune procedure di esecuzioni immobiliari e fallimentari

L’associazione antiusura antiracket Reagisco, organizzazione di volontariato toscana basata in provincia di Lucca, è stata ricevuta lo scorso 20 gennaio dal presidente facente funzioni del tribunale di Lucca Giulio Giuntoli.

Al centro dell’incontro segnalazioni gravi e rilevanti relative a procedure di esecuzioni immobiliari e fallimentari.

“Da tempo – dice il presidente Dandy Frati – esponiamo gravi irregolarità nelle procedure di alcune aste giudiziarie in esecuzioni e fallimenti. Peraltro su tutte le cronache nazionali sono noti continui arresti, sequestri, indagini e procedimenti giudiziari nel campo di illecite procedure relative ad aste giudiziarie e tutti i reati correlati. Il presidente Giuntoli ha appreso da noi chiari, concreti e documentati esposti e denunce di delitti compiuti da “colletti bianchi” e gli abbiamo chiesto di intervenire nelle opportune competenze, e segnalare per le sue funzioni alla procura. Auspichiamo quindi che questo incontro sia il primo di una lunga e fattiva collaborazione tra cittadini, associazioni e tribunale di Lucca, e siamo sicuri interverrà insieme alla procura di Lucca, per verificare che a Lucca non sia possibile che avvengano casi come quelli simili alle sopracitate inchieste”.

“Abbiamo già avuto precedenti incontri – spiegano dall’associazione – con il Comune di Viareggio ed il Comune di Lucca ed i rispettivi assessorati al sociale e legalità, ed a breve avremo altri incontri con altre istituzioni della provincia di Lucca e toscane, ed insisteremo nel promuovere periodici incontri finalizzati alla formazione ed all’informazione sulla “cultura della legalità”. La crisi economica delle famiglie e delle piccole e microimprese è il vero problema che attanaglia centinaia di migliaia di persone in Versilia, Viareggio, Lucca e la Toscana tutta, e con l’arrivo della pandemia Covid 19 soprattutto per i soggetti deboli, famiglie, operai e pmi in primis. La crisi economica è aumentata ed il rischio, dichiarato anche da parte delle più alte istituzioni dello Stato, dalla Direzione investigativa antimafia, dal capo della polizia il prefetto Gabrielli, dal ministro dell’interno il prefetto Lamorgese, è che il pizzo, l’estorsione, il riciclaggio di capitali sporchi arrivi e subentri alle piccole imprese, soprattutto commerciali e turistiche, come tante da noi in Toscana e Versilia”.

“Auspichiamo quindi – dice – che le istituzioni tutte, a cominciare dal tribunale civile di Lucca, le procure e prefetture di Lucca e Toscane, sindaci ed amministratori pubblici comunali, provinciali e regionali toscani, vogliano quanto prima allargare la rete di sinergie e collaborazioni fattive ad associazioni, comitati e cittadini, con incontri frequenti e scambi reciproci di segnalazioni, sperando che a Lucca ed in Toscana non possa avvenire quanto ha ipotizzato la Dia nel suo rapporto al parlamento italiano, data la “diffusa mancanza di liquidità”, possa esporre “commercianti, alberghi, ristoranti, bar, bed&breakfast, case vacanze e attività simili all’usura, al rischio di impossessamento di attività economiche con finalità di riciclaggio e di reimpiego dei capitali illeciti”.

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