Ricette rubate per procurarsi un farmaco costoso, ex infermiere condannato

La Cassazione conferma i 3 anni di reclusione

Ex infermiere condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione per furto aggravato, falso ideologico, accesso abusivo a sistema informatico e truffa aggravata. Il 43enne viareggino è stato anche interdetto dai pubblici uffici e ha perso il posto di lavoro all’ospedale Versilia. Così ha deciso nei giorni scorsi la corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato contro la sentenza di patteggiamento del tribunale di Lucca.

L’uomo dovrà pagare anche 4mila euro di spese processali. Le indagini, negli anni scorsi che avevano portato alla misura del divieto di esercizio di pubblico servizio con la prescrizione di non esercitare alcuna attività inerente la sua qualifica di infermiere, erano nate a seguito della denuncia presentata da un medico della Asl Toscana nord-ovest che aveva constatato il furto di un numero imprecisato di moduli in bianco del suo personale ricettario medico, custodito in ambulatorio. Le indagini erano quindi iniziate incrociando gli elementi acquisiti dalla denuncia del medico vittima del furto con la segnalazione pervenuta da una farmacia che aveva rilevato dei sospetti e delle incongruenze su alcune prescrizioni presentate, in pochi giorni, dalla medesima persona, con il nome di pazienti differenti. Effettuati i dovuti accertamenti era stato possibile ricostruire l’accaduto ed individuare il responsabile.

In pratica, l’uomo, dapprima avrebbe sottratto le ricette custodite in un cassetto dell’ufficio del medico, quindi le avrebbe falsificate intestandole a pazienti i cui nomi venivano indebitamente prelevati dai database ospedalieri e, apponendo il timbro del medico, le aveva utilizzate per procurarsi un costoso spray medicinale nelle locali farmacie. A seguito di perquisizione, lo stesso personale di polizia aveva poi rinvenuto le restanti ricette all’interno della borsa dell’infermiere. La perquisizione era stata estesa all’abitazione dell’uomo, all’interno della quale erano stati rinvenuti i flaconi dello spray medicinale: alcuni ancora intatti, altri già esauriti all’interno del cestino dei rifiuti. Per tali motivi l’uomo è stato denunciato e condannato, ora anche in via definitiva dalla Cassazione.

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