Ex funzionaria della Prefettura condannata per concussione: deve pagare un risarcimento di 65mila euro

Fu arrestata mentre riceveva una mazzetta, ora la Corte dei Conti ha fissato l'importo del danno recato all'istituzione

Era stata sorpresa a riscuotere una mazzetta da una donna di Massarosa che le si era rivolta agli inizi dell’ottobre 2016 chiedendo di fermare un presunto procedimento amministrativo per possesso di stupefacenti. Una pratica inesistente che alla fine si è rivelata soltanto una scusa fasulla inventata dall’impiegata infedele per spillarle il denaro.

Fu quello l’episodio che portò in manette una ex funzionaria della prefettura di Lucca, di 56 anni, residente in città. Un episodio che le valse l’accusa di concussione all’impiegata, cui furono addebitati dalle indagini della procura anche altri episodi simili, e la cui vicenda è alla fine approdata anche di fronte alla Corte dei Conti, che ha condannato, con sentenza pubblicata recentemente, la donna – licenziata dopo la vicenda dalla prefettura – a risarcire come danno al ministero dell’Interno la somma di 65.676,75 euro.

Secondo la magistratura contabile, infatti, l’ex funzionaria avrebbe causato alla prefettura non solo un danno d’immagine ma anche un danno dall’aver ricevuto tangenti per pratiche amministrative e per lesione del rapporto di fiducia che dovrebbe vigere a maggior ragione in un ufficio pubblico, che sul territorio rappresenta il ministero dell’Interno.

Secondo le accuse formulate all’epoca e per le quali l’ex dipendente fu condannata dal gup con rito abbreviato a tre anni la 56enne avrebbe fatto credere alle sue vittime di avere il potere di intervenire sull’iter di alcune pratiche, legate a procedimenti di ritiro patente per ubriachezza, ma anche per l’ingresso di immigrati sul territorio – in alcuni casi anche inventandosi istruttorie fasulle, come nel caso della vittima di Massarosa, che portò al suo arresto nell’ottobre del 2016.

Le manette erano scattate, al termine dell’incontro tra la vittima della concussione e l’impiegata fedifraga in un locale pubblico nei pressi della prefettura. La donna che le aveva chiesto aiuto aveva portato con sé una busta contenente 280 euro in contanti, una somma inferiore a quella che, stando all’accusa, l’ex funzionaria aveva chiesto in prima istanza: 500 euro per cancellare ogni traccia della segnalazione per possesso di stupefacenti. Dopo che la 36enne aveva protestato, l’impiegata aveva abbassato la cifra della mazzetta e si era accordata con la straniera per lo scambio del denaro. Le due si erano date appuntamento in un bar, in pieno centro storico e a due passi dalla Prefettura, da dove l’impiegata aveva appena finito la giornata di lavoro. Non poteva immaginare che erano entrambe osservate a vista dai carabinieri in borghese, già all’interno del locale e all’esterno, dove poi la dipendente della Prefettura era stata ammanettata e condotta alla caserma dei carabinieri.

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