Pieno di debiti prova a disfarsi del patrimonio: scoperto

Il tribunale dà l'ok alle banche per avviare il recupero crediti

Con debiti con le banche per circa 500mila euro prova a disfarsi del suo patrimonio immobiliare per non essere “aggredito” giudizialmente dai creditori, ma i giudici revocano le compravendite di due appartamenti di pregio. Indagini in corso per verificare eventuali rilievi giudiziari di altro tipo.

Il tribunale di Lucca nei giorni scorsi ha dato ragione a una delle banche creditrici nei confronti dell’imprenditore della Lucchesia dichiarando nulli e inefficaci due atti notarili che riguardavano due immobili di pregio.

Per i giudici lucchesi l’uomo “si è spogliato di tutti i suoi beni immobili, rimanendo proprietario unicamente di un terreno agricolo (frutteto) di 1715 metri quadrati, il cui valore è sicuramente minore rispetto agli immobili alienati ed insufficiente per soddisfare il credito attoreo”.

La sentenza sottolinea come sia irragionevole ritenere che un compratore razionale possa acquistare un immobile gravato da così tanti pesi e debiti e a queste anomale condizioni; la condotta dell’acquirente è quindi ulteriore indice della comune consapevolezza circa l’esistenza del credito attoreo della banca, e dei danni che la vendita arrecava alle sue ragioni. Prezzo di gran lunga minore a quello di mercato per due immobili di cui uno un una rinomata località della Versilia e l’altro a Pisa in centro. Ma c’è di più. Per i giudici, infatti: “Dall’esame degli atti di giudizio emerge infatti che tra i convenuti e gli acquirenti intercorrevano rapporti di lavoro, o comunque più in generale relazioni commerciali, posto che l’attrice, la banca, ha prodotto le movimentazioni dei conti correnti dalle quali si rintracciano 9 bonifici effettuati a favore degli acquirenti da parte della società che gestiva i beni immobili dell’imprenditore moroso. E nel secondo atto di vendita annullato la banca ha prodotto in giudizio gli estratti dei 25 bonifici effettuati a favore di un altro degli acquirenti per il pagamento del suo stipendio da parte della società che fa capo sempre all’imprenditore. Da qui le indagini in corso per comprendere meglio l’intera vicenda. Gli atti di compravendita sono stati annullati nella sentenza di primo grado, dei giorni scorsi, a firma del giudice Giacomo Lucente del tribunale di Lucca. Ora le banche potranno avviare le pratiche legali per recuperare i loro crediti nei confronti dell’imprenditore.”

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