Usura, condanna definitiva per due imprenditori. Prosciolto un terzo indagato

I tre erano finiti nei guai nell'inchiesta Flower

Condannati in via definitiva per usura aggravata Stefano Giarri, 63 anni, nato a Torino ma residente a Pisa con studi in città e a Ghezzano, e Riccardo Dal Canto, 58 anni, anche lui pisano ma residente in provincia di Cuneo. Il primo ieri è stato condannato definitivamente dalla suprema corte di Cassazione a 3 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 9mila euro, al secondo sono stati inflitti 4 anni di pena e una multa da 15mila euro.

Per i giudici a “strozzare” un imprenditore pisano che aveva cercato una linea di credito per tentare fortuna col fotovoltaico in Puglia non fu il brocker dell’operazione, ma furono il suo commercialista e il consulente d’azienda che dovevano garantire l’operazione. Assolto già in primo grado invece un terzo indagato all’epoca dei fatti, Walter Tommasi, nell’inchiesta denominata Flower, imprenditore ed ex presidente del Forcoli calcio, residente a Castelvecchio di Compito  deceduto lo scorso anno in un misterioso e tragico incidente nei campi di sua proprietà mentre era a bordo di un trattore.

L’uomo prima di morire era finito in una inchiesta su una maxi truffa denominata “Flower 2”. L’inchiesta sull’usura per cui sono stati ora condannati in via definitiva i due imputati scaturisce appunto dall’operazione “Flower”. Indagando sulla bancarotta di una società, guardia di finanza e procura di Pisa scoprono un traffico di denaro transitato dalla stessa società, in bancarotta, su società estere, in Svizzera e in Inghilterra. I tre vengono arrestati due volte a inizio 2012 e sui loro conti trovati patrimoni milionari sospetti perché troppo alti rispetto ai redditi dichiarati, finiti sotto sequestro. Con il primo ordine di arresto viene contestato il riciclaggio, il secondo filone si apre appunto per usura, e nasce da una perquisizione sul pc di uno degli imputati. In quel computer, secondo i giudici, c’erano  già quasi tutte le tracce documentali per dimostrare l’usura ai danni dell’imprenditore pisano. Il prestito da 98mia euro all’imprenditore locale è per rilevare la Foenergy e investire sulle energie alternative a Lecce. L’affare non va in porto, ma nell’arco di sei mesi la vittima avrebbe dovuto restituire 140mila euro, con un ricarico quasi del 40%. Giarri e Dal Canto, che fanno da mediatori, poi trovano altri 30mila euro da un medico pisano chiedendone in sei mesi 35mila. Le condanne per usura ora sono diventate definitive per i due professionisti pisani.

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