Cave di marmo, respinto dal Consiglio di stato il ricorso degli ambientalisti

Per gli imprenditori una "sentenza storica"

Il Consiglio di Stato condanna con sentenza definitiva, e in solido tra loro, le associazioni ambientaliste schierate contro le cave di marmo, rappresentate in giudizio da Henraux e il Pit e rigetta il loro appello, respingendolo integralmente per totale infondatezza. E’ una sentenza storica, quella del 20 agosto, che oggi restituisce con assolutezza il valore fondamentale e incontrastabile delle cave di marmo per il sostegno economico alla popolazione locale, che pone l’accento sull’importanza della filiera corta e che dichiara in modo netto e preciso come le cave di marmo non creino alcun danno ambientale. La società Henraux con i suoi 200 anni di storia (1821-2021) ha sempre espresso la grande tradizione del marmo e, consapevole del proprio ruolo, si è posta ancora una volta in prima linea ottenendo una vittoria che è una pietra miliare per il settore. Assistita dall’avvocata Cristiana Carcelli, l’Henraux ha difeso, sia nel primo grado di giudizio davanti al Tar Toscana che nel secondo grado innanzi al Consiglio di Stato, in sede cautelare e nel merito, l’intero comparto delle cave di marmo di fronte all’ennesimo attacco delle associazioni ambientaliste.

L’esito consente quindi l’apertura di nuove cave, la riattivazione di cave dismesse e l’ampliamento di cave esistenti nei bacini estrattivi siti nel perimetro del Parco regionale delle Alpi Apuane e in particolare nelle Aree contigue di cava. In sostanza, il Consiglio di Stato ha puntualizzato quanto sempre affermato da Henraux: “le aree contigue di cava non sono area protetta e non vi è una lesione dei valori di tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute“. Così ha stabilito definitivamente il Supremo Consesso amministrativo affermando che “le aree contigue di cava non sono funditus parte del Parco stesso, pur se geograficamente collocate entro il relativo perimetro”.

Nel merito la pronuncia del Tribunale ricorda come il Parco regionale delle Alpi Apuane sia un ente preposto al perseguimento del miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali mediante la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali e la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistema. Laddove la tutela dei valori naturalistici però non sia un valore finale ed assoluto, poiché la legge mira al conseguimento di un rapporto ‘equilibrato’ tra le esigenze di tutela ambientale e le attività antropiche, nel prioritario interesse della popolazione locale, “è importante difendere il rilievo culturale ed identitario delle cave, che ne rende logica la protezione e la considerazione normativa“.

“Henraux è una storica azienda che non solo svolge la sua attività nel più scrupoloso rispetto delle normative vigenti, ma che ha da tempo adottato iniziative e pratiche volte a migliorare la sostenibilità e l’impatto ambientale dell’attività estrattiva. Questa sentenza è un atto di giustizia vero e profondo nei confronti del territorio e della sua storia. È un risarcimento morale per tutti coloro che ogni giorno impiegano le proprie energie e le proprie risorse per migliorare le condizioni economiche e sociali della comunità. In maniera incontrovertibile questa è una definitiva pronuncia che dà ragione all’industria, a questa industria che ha una profonda e antica ragione d’essere e di rappresentare orgogliosamente in tutto il mondo la bellezza e unicità del Made in Italy ”, lo Paolo Carli, presidente di Henraux, in totale sintonia con il consiglio d’amministrazione aziendale che vede in questa pronuncia un punto fermo per la propria attività estrattiva e per quella rappresentata dall’intero comparto produttivo apuo-versiliese.

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